“La Grande Bellezza” vince l’Oscar, Sorrentino: “Grazie a Maradona e Fellini”

di Redazione

 Dopo 15 anni l’Italia torna a conquistare l’Oscar. “La Grande Bellezza”, firmata dal regista Paolo Sorrentino, e interpretata da Toni Servillo, porta a casa la statuetta per la categoria “Miglior film straniero”.

“Grazie alle mie fonti di ispirazione: Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese e Maradona. Quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato cosa vuol dire fare un grande spettacolo che penso sia innanzitutto alla base dello spettacolo cinematografico. Grazie a Roma e a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo”, ha detto il regista napoletano, accompagnato sul palco da Servillo e dal produttore Nicola Giuliano. E ora Sorrentino spera che l’Oscar “serva da stimolo per il cinema italiano. Da troppo tempo facciamo film solo per il mercato locale”.

Il film racconta la vita del giornalista Jep Gambardella (Servillo), un intellettuale dandy napoletano di 65 anni autore di un solo romanzo scritto 40 anni fa e grande viveur, sullo sfondo di una Roma “ricca e annoiata”, di festini, inciuci e ipocrisia. Finora la pellicola ha conquistato quasi ogni premio: Golden Globes, Efa, Bafta. Dall’Italia le esultanze sono rimbalzate sui social network. Per la Campania doppia soddisfazione per il duo composto da Sorrentino, di Napoli, e Servillo, di Caserta, che hanno omaggiato anche un altro napoletano d’adozione,Diego Armando Maradona.

E’ la tredicesima statuetta (una in più della Francia) per l’Italia come miglior film straniero: il primo fu “Sciuscià” di Vittorio De Sica nel 1947, che ottenne il bis nel 1950 con “Ladri di biciclette”. Nel 1957 Federico Fellini vinse con “La strada” e l’anno dopo nuovamente con “Le notti di Cabiria”, poi nel 1963 con “Otto e mezzo” e, ancora, nel 1974 con “Amarcord”, oltre all’Oscar alla carriera nel ‘93, poco prima della scomparsa. De Sica fece il tris nel 1965 con “Ieri, oggi e domani” e poker nel 1971 per “Il giardino dei Finzi Contini”. L’anno prima, 1970, Elio Petri conquistò il premio per “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Vent’anni dopo “Nuovo cinema paradiso” di Giuseppe Tornatore, nel 1992 Gabriele Salvatores con “Mediterraneo” e, infine, nel 1999 “La vita è bella” di Roberto Benigni. Tra gli altri premi, una statuetta come miglior regista a Bernardo Bertolucci nel 1988 con “L’ultimo imperatore” (vincitore di altri quattro Oscar) e due vincitrici come miglior attrice: Anna Magnani (“La Rosa tatuata”, 1955) e Sophia Loren (“La Ciociara”, 1962) che nel ‘91 vinse anche l’Oscar alla carriera.

“La grande bellezza”, il momento della premiazione

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