Italicum, preferenze bocciate. Via libera a premio e sbarramento

di Redazione

Matteo RenziRoma. Il cuore della nuova legge elettorale è stato approvato oggi alla Camera e, come ha chiesto ai deputati del Pd il premier Matteo Renzi, il provvedimento si avvia a ricevere l’ok definitivo entro sera. Poi al Senato sarà un’altra partita.

Con 315 sì e 237 no – 101 voti circa in meno dell’ampia maggioranza bipartisan su cui conta sulla carta la legge – i deputati hanno approvato l’emendamento che prevede le nuove soglie di sbarramento e quella necessaria per ottenere il premio di maggioranza. Con una maggioranza ancora più risicata, 35 voti di scarto, hanno poi respinto la proposta di introdurre il voto di preferenza al posto delle liste bloccate.

Sbarramento. Secondo le norme, che valgono solo per l’elezione della Camera, potranno avere deputati i partiti coalizzati che alle elezioni politiche ottengano almeno il 4,5% dei voti. La sbarra si alza all’8% per le liste non coalizzate. Quanto al premio di maggioranza, fissato al 15%, potrà ottenerlo la coalizione che al primo turno ottiene almeno il 37% dei voti. In ogni caso grazie al premio la coalizione vincente non potrà avere più di 340 deputati sul totale di 630. Qualora nessuna coalizione raggiunga il 37%, andranno al ballottaggio per l’assegnazione del premio le due che hanno ottenuto più voti.

8 multicandidature. L’Aula di Montecitorio ha approvato l’emendamento che porta ad un massimo di 8 le multicandidature. Sull’emendamento commissione e governo hanno dato parere favorevole. Inizialmente le multicandidature erano previste per un massimo di 5, ma a seguito del nuovo accordo politico e su richiesta di Ncd, si è stabilito di alzarle fino ad otto.

No preferenze. L’Aula della Camera ha invece bocciato a voto segreto l’emendamento di Fdi che puntava all’introduzione delle preferenze nella legge elettorale. L’emendamento La Russa è stato respinto con 299 sì, 264 no e un astenuto.

Emendamento per doppia preferenza di genere. Bocciato con soli 35 voti di scarto l’emendamento La Russa su una sola preferenza, i riflettori sono ora puntati sull’emendamento a prima firma Gitti (PI) che mira invece ad introdurre la doppia preferenza di genere. ‘Osservato speciale’, almeno dal punto di vista di Forza Italia che teme per la tenuta del partito di Renzi, è il Pd con le deputate che potrebbero convergere su questo emendamento per ‘rimediare’ alla bocciatura di ieri delle norme sulla parità di genere. Anche in questo caso incombe il rischio del voto segreto.

M5S: “Berlusconi delinquente”. “Il Movimento 5 Stelle voterà a favore dell’emendamento sulle preferenze di genere perchè il Movimento non è sordo e non dice sempre di no. Ora però tocca a voi del Pd dimostrare che il delinquente Silvio Berlusconi non è il vostro azionista di maggioranza”. Lo dice in Aula il grillino Riccardo Fraccaro, in merito all’emendamento Gitti (PI). Parole che suscitano l’irritazione dei deputati di Forza Italia, tanto che il capogruppo Brunetta insorge e chiede formalmente alla presidenza di intervenire. Il presidente di turno è l’azzurro Simone Baldelli che, tuttavia, confessa di “non aver sentito”.

Spaccatura nel Pd. E continua a far discutere la bocciatura dei tre emendamenti bipartisan alla legge elettorale sulla parità di genere, che ha provocato una spaccatura nel Pd (con le deputate democratiche che, “tradite” dalla mancanza dei voti del loro stesso partito, hanno lasciato l’Aula). Matteo Orfini parla di “occasione mancata”. Ma aggiunge: “Non è drammatico, al Senato potremo correggere la legge”. Polemica anche l’ex presidente del Pd, Rosy Bindi, che parla di una “ferita molto grave e profonda”. Per Bersani “al Senato qualcosa bisognerà cambiare”. E a proposito delle quote rosa, spiega: “Se in Italia non ci mettiamo un po’ di spinta con le regole non ci si arriverà mai”.

Renzi, sì a modifiche ma in Senato. Renzi, intanto, riferisce ai suoi deputati di essere disposto a discutere di modifiche alla legge, ma solo nel successivo passaggio al Senato.

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