Torino. Truffa ai danni del servizio sanitario, aggiotaggio, disastro doloso e associazione a delinquere. Questi i reati contestati dalla Procura di Torino ai vertici di Roche e Novartis per la vicenda dei due farmaci usati nelle cure oftalmologiche, Lucentis e Avastin.
Il fascicolo è stato aperto dal pm Raffaele Guariniello alla fine del 2012. Il disastro doloso è contestato perché si ritiene che siano state messe in atto procedure che possono avere messo in pericolo la salute di un numero considerevole di pazienti in tutta Italia. L’associazione per delinquere è in relazione alla truffa e al reato di rialzo o ribasso fraudolento di prezzi.
Nell’indagine c’è anche una ipotesi di corruzione in seguito a un esposto della Soi (Società Oftalmologica Italiana) in cui si parla di possibili complicità all’interno dell’Aifa e di Ema (European Medicinal Agency). Sulla stessa vicenda la Procura di Roma indaga per aggiotaggio e truffa aggravata al Servizio sanitario nazionale.
Oltre 180 milioni di multa. Così l’Antitrust ha sanzionato le case farmaceutiche Roche e Novartis per un presunto “cartello che ha condizionato le vendite dei principali prodotti destinati alla cura della vista, Avastin e Lucentis”. Accuse respinte da Novartis e da Roche che affermano che si avvarrano “dei propri diritti di difesa ricorrendo in appello dinanzi al Tribunale competente”, come il Tar.
I due gruppi – si legge sul sito dell’Antitrust – si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura di diffuse patologie della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti”. Per il Sistema Sanitario Nazionale, l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno.
Il presidente dellAntitrust Giovanni Pitruzzella, ha parlato di danno significato e ha spiegato che comportamenti di questo tipo incidono sia sul bilancio pubblico in termini di maggiori costi sia sulla posizione dei pazienti.
Avastin è un prodotto registrato per la cura del cancro ma dalla metà degli anni Duemila è stato utilizzato in tutto il mondo anche per la cura di patologie vascolari oculari molto diffuse; Lucentis è un farmaco basato su una molecola in tutto simile a quella di Avastin ma è stato appositamente registrato (da Genentech negli USA e da Novartis nel resto del mondo) per le patologie della vista fino a quel momento curate con Avastin. La differenza di costo per iniezione – rivela l’Antitrust – è significativa: Avastin ha un costo pari al massimo a 81 euro, mentre il costo di Lucentis risulta attualmente pari a circa 900 euro (in precedenza, peraltro, il costo superava i 1.700 euro).
Le case farmaceutiche respingono “in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali”. Novartis precisa nella nota che i fattori che impediscono o limitano l’utilizzo per gli occhi di Avastin in Italia “non hanno nulla a che fare con Novartis”. E aggiunge che la decisione di Roche di richiedere o meno per Avastin l’autorizzazione all’immissione in commercio per l’indicazione oftalmica, che al momento non possiede, è stata assunta in modo assolutamente unilaterale. L’azienda ribadisce che il farmaco Lucentis, di sua produzione, è diventato il trattamento standard di prima linea per la degenerazione maculare essudativa senile, malattia per la quale è autorizzato oltre 400 paesi.
Anche Roche ribadisce che “le accuse sono prive di qualsiasi fondamento” e, attraverso una nota, “nel confermare che non c’è stata alcuna intesa anticoncorrenziale con Novartis, precisa che Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono farmaci diversi – per composizione, struttura e modalità di somministrazione – sviluppati per scopi terapeutici differenti: Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un farmaco ad uso oftalmico”.