Mensa, Capone trasmette nuova email alla Procura

di Redazione

 Sant’Arpino. Si ingarbuglia sempre di più la vicenda della mensa scolastica del comune atellano. La pietra dello scandalo che ha condotto agli arresti domiciliari il sindaco Eugenio Di Santo, in questo mese di marzo sta vivendo un nuovo giallo.

Come si ricorderà lo scorso cinque marzo il consigliere comunale, Francesco Capone, trasmise alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, una mail-esposto arrivata al proprio indirizzo Pec da parte del legale rappresentante della società Global Service. E nei prossimi giorni Capone sarà costretto a recarsi di nuovo in Procura in quanto in queste ore gli è arrivata dalla stessa mittente una nuova comunicazione – sempre all’indirizzo Pec – contenente nuovi elementi che potrebbero interessare la magistratura. Nello specifico la società Global Service sottolinea come “l’attuale aggiudicataria sia conduttrice della cucina ubicata presso l’istituto scolastico ‘Cinquegrana’ di Sant’Arpino. Ebbene tale cucina risulta essere carente di svariati requisiti necessari all’attività svolta, a partire da quello di carattere igienico, per arrivare a quelli inerenti i magazzini di stoccaggio passando per lo scarico delle materie prime”.

Ed i rappresentanti della Global Service sottolineano come la stessa ditta “abbia inoltrato al Comune di Sant’Arpino la richiesta di poter impiegare la stessa cucina per produrre pasti destinati ad altri comuni committenti”.

E la Global Service chiede a Capone ed agli altri destinatari della lettera di svolgere le ispezioni del caso, volte ad accertare “se il numero di pasti sia superiore di quelli producibili”, intimando di essere informata su quando si svolgeranno le visite ispettive, per poter farvi partecipare un proprio incaricato.

Capone sottolinea “come questa vicenda assuma giorno dopo giorno sempre di più le sembianze di un giallo. Questa nuova email pervenutami, che trasmetterò all’autorità giudiziaria, dimostra come oramai la mensa scolastica di Sant’Arpino sia diventata un luogo tutt’altro che trasparente. Ed è paradossale che queste cose accadano in un posto che dovrebbe essere il simbolo della sicurezza, in quanto si producono pasti per i nostri figli. Il tutto accade nonostante da mesi siano accesi i riflettori sulla questione mensa, con l’arresto del sindaco Di Santo prima e con la denuncia di inizio mese. Come sempre cercherò di meritarmi la fiducia di quanti si sono rivolti al sottoscritto che pur essendo un semplice consigliere di minoranza, evidentemente rappresenta un punto di riferimento in materia di trasparenza e legalità. Resterò in allerta e cercherò di fare emerge la verità a costo di smuovere tutte le istituzioni di Italia. Basta giocare sul cibo e sulla pelle dei nostri bambini”.

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