Caserta. Sciopero di otto ore allo stabilimento Ericsson di Marcianise (Caserta) contro la decisione dell’azienda di richiedere al governo un altro anno di cassa integrazione dopo i due conclusi di recente.
Un gruppo di alcune decine di dipendenti in rappresentanza dei circa 480 lavoratori dello stabilimento ha manifestato all’esterno della fabbrica esponendo gli striscioni e le bandiere delle sigle sindacali di categoria Fiom-Cgil, Uilm e Fim-Cisl.
“I vertici della Ericsson continuano a chiedere sacrifici a dispetto dei quasi 110 addetti che negli ultimi due anni sono andati in mobilità volontaria – spiega il delegato della Fiom-Cgil Amedeo La Peruta – e nonostante la maggiore flessibilità garantita dall’accordo di polifunzionalità che consente il passaggio dei dipendenti da mansione indirette a mansione dirette”.
Critiche piovono anche sull’accordo commerciale chiuso dalla multinazionale svedese con un’azienda Usa, la “Ciena Corporation”, che per i sindacati potrebbe presto togliere quote di mercato alla stessa Ericsson con ripercussioni sullo stabilimento marcianisano.
“Speravamo – sostiene Massimiliano Guglielmi, segretario della Fiom di Caserta – che l’Ericsson dopo due anni di sacrifici per i lavoratori presentasse un vero piano di ristrutturazione; il timore invece è che la richiesta di un altro anno di cassa integrazione nasconda la volontà ultima di mandare a casa almeno altre 100 persone anche tenuto conto dell’accordo con la Ciena. Tra l’altro nonè neanche certo che il nuovo Governo firmi il relativo decreto di concessione della Cig”.
“La Ericsson deve mantenere i suoi impegni sul territorio e garantire gli investimenti che aveva promesso ai sindacati a dispetto dell’accordo sottoscritto con l’azienda Usa”, afferma Antonello Accurso, segretario della Uilm Caserta. Nello scorso luglio i lavoratori protestarono con un altro sciopero dopo la richiesta dell’azienda (accettata) di aumentare la quantità di cassa integrazione procapite da 21 settimane a 37 all’anno.