Caserta. Beni per un valore di 13 milioni di euro, riconducibili allingegner Nicola Di Caterino, 54 anni, ex responsabile dellUfficio tecnico comunale di Casal di Principe, sono stati sequestrati lunedì mattina dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli.
Luomo, amministratore di fatto della Vian srl,cugino del noto boss detenutoGiuseppe Russo, detto O Padrino, tra i capi storici del clan dei casalesi, è coinvolto nelle vicende che ruotano intorno alla realizzazione del centro commerciale Il Principe, nella zona della Madonna di Briano, ad opera della stessa società allepoca delle elezioni comunali del 27 e 28 maggio 2007. Vicende che hanno portato allinchiesta Il principe e la scheda ballerina con larresto, il 6 dicembre 2011, di 57 persone per associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzione e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello Stato, abuso dufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio, reimpiego di capitali di illecita provenienza ed altro, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan dei casalesi.
Gli investigatori svelarono gli intrecci della politica di Casal di Principe con lala militare e imprenditoriale del clan, in particolare con le fazioni Schiavone e Bidognetti, attraverso l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini, ostacolando il libero esercizio del voto, procurando vantaggi ai candidati indicati dall’organizzazione camorristica in occasione di consultazioni elettorali, anche tramite il condizionamento della composizione degli organismi politici rappresentativi locali, evidenziando enormi interessi economici consistenti laggiudicazione di appalti, assunzioni di personale compiacente allorganizzazione, apertura di centri commerciali, attività edilizie con forniture di calcestruzzo.
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Dalle indagini è emersa la figura dellingegner Di Caterino come imprenditore e faccendiere che avrebbe fornito un contributo stabile nel settore dellacquisizione e gestione degli appalti, oltre che nelle forniture e, più in generale, nelle attività di reinvestimento del clan. La costruzione del mega centro commerciale (mai avvenuta, ndr.) avrebbe goduto del favore di esponenti politici di rilievo locale e nazionale che avevano previsto un investimento pari a circa 43 milioni di euro a carico degli imprenditori coinvolti nelloperazione.
Secondo gli inquirenti lingegner Di Caterino, grazie alle sue entrature e alla parentela con il sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, aveva stabilito un valido contatto con il livello politico nazionale e dimostrato, in qualità di titolare di fatto dellintero progetto, che gli interessi diretti nella realizzazione dellopera erano riconducibili al clan dei casalesi. Infatti, il collegamento con il sodalizio criminale avveniva tramite Di Caterino ed i cognati Cipriano Cristiano e Luigi Corvino, formalmente estranei alloperazione, con lappoggio di esponenti politici locali e nazionali.
Cristiano e Corvino, allesito delle elezioni del maggio 2007, conseguivano le nomine a sindaco ed a consigliere comunale di Casal di Principe, riportando unampia affermazione elettorale alla quale significativamente contribuiva la leva rappresentata dalla promessa di posti di lavoro, apparsa tanto più credibile allopinione pubblica dal fittizio avvio del cantiere, reso possibile dallimpiego di fondi concessi ad imprenditori frusinati da esponenti della criminalità locale a tassi usurari.
Il solo centro commerciale, se realizzato, avrebbe occupato 476 persone e consentito a imprenditori locali di avere in subappalto gran parte delle opere edificatorie, così come le attività di trasporto, manutenzione, guardiania, eccetera.
A carico dellingegner Di Caterino sono finiti sotto sequestro: la sede legale della Vian, a Roma, in via Laurentina, e la sede amministrativa a Casal di Principe; la sede legale della Cas.Rib Srl a Caserta e quella amministrativa a Casal di Principe; tre auto e motoveicoli e sei rapporti finanziari.