Roma. Il bonus di 80 euro in busta paga per i redditi più bassi “avrà ripercussioni positive sul Pil in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese saranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro”. A sostenerlo è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che difende il provvedimento.
“Sull’impatto – ha spiegato il ministro – non è il caso di dare numeri. Ciò che conta è la filosofia di un intervento che sarà verificato nel medio-lungo termine. Si tratta di un’aggiunta al reddito, di un’iniezione di fiducia che avviene in un contesto positivo di regole”. In giornata anche Matteo Renzi, prima di rispondere alle domande degli utenti, era intervenuto su Twitter per replicare alle critiche di Grillo e 5 stelle sul Dl bonus.
Si iniziano, intanto, a conoscere tutti i dettagli della bozza finale del decreto bonus. Il governo punterebbe a incassare dalla lotta all’evasione 2 miliardi in più nel 2015, a fronte dei 13 miliardi incassati dall’Agenzia delle entrate nel 2013. “Il Governo – spiega il testo – definisce un programma di ulteriori misure e interventi al fine di implementare, anche attraverso la cooperazione internazionale e il rafforzamento dei controlli, l’azione di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale allo scopo di conseguire nell’anno 2015 un incremento di almeno 2 miliardi di euro di entrate dalla lotta all’evasione fiscale rispetto a quelle ottenute nell’anno 2013”.
Dai tagli ai ministeri ci si attende invece di incassare 240 milioni (contro i 200 previsti inizialmente). Nelle sforbiciate dei conti, inoltre, è incluso anche la Presidenza del Consiglio, prima esclusa. Le voci di spesa da ridurre vanno individuate con decreto del Presidente del consiglio entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Mentre dai tagli di beni e servizi alla Pubblica amministrazione sono previsti risparmi per 2,1 miliardi nel 2014. Tagli che saranno così suddivisi: 700 milioni per le regioni autonome e le province di Trento e Bolzano, 700 milioni per gli enti locali e 700 milioni per lo Stato.
Le amministrazioni pubbliche potranno inoltre ridurre del 5% gli importi dei contratti per beni e servizi. I contratti possono essere rinegoziare in funzione della riduzione ed è fatta salva la possibilità di recedere entro 30 giorni senza penali. Le amministrazioni potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni-quadro della Consip Spa, delle centrali di committenza regionali o tramite affidamento diretto.