Grosseto. Francesco Schettino era l’unico a dover prendere decisioni in assoluta autonomiae indipendentemente anche da eventuali comunicazioni contrarie di Costa Crociere, durante il naufragio della Concordia.
E la testimonianza dell’ex capo dell’unità di crisi Roberto Ferrarini,al processo incorso a Grossetoche vede come unico imputato l’ex comandante della Concordia.
Ferrariniè considerato unafigura-chiaveper lecomunicazioni telefonicheavute col comandante Francesco Schettino nelle ore successive all’urto contro gli scogli e rispetto alle decisioni prese nelle varie fasi dell’emergenza.
Ferrarini, già indagato con Schettino, ha patteggiato nel luglio 2013 due anni e 10mesi per omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose e mancate comunicazioni alle autorità marittime.
Ferrarini rivela inoltre che Schettino glipropose di combinare insieme una versione dei fatti, diversadalla realtà, da riferire alle autorità marittime: Schettinomi propose di dire alle autorità che a causa di un blackout aveva fatto una collisione. Ma io dissentii fortemente, mi arrabbiai. Era una cosa differente e falsa rispetto a quanto mi aveva raccontato prima, e cioè che aveva urtato uno scoglio e che la nave si era allagata.
Insomma una versione che desse la colpa del naufragio a un blackout a bordo cui sarebbe seguita la collisione, e non a un errore di manovra come invece accaduto. Ricordo di aver reagito abbastanza male – ha anche detto Ferrarini – E ho condiviso la stessa reazione con i colleghi nella sala di crisi a Genova.
In merito il pm Alessandro Leopizzi ha fatto ascoltare una telefonata tra Schettino e Ferrarini: Schettino, intercettato, parla di blackout, ma si sente che a un certo punto della conversazione – probabilmente per la reazione di Ferrarini – recede dal suo disegno di convincerlo a dare una versione dei fatti alterata.
Quanto alla modalità delle comunicazioni, Ferrarini ha affermato che non è facile gestirle, perché non avevamo un presidio permanente in azienda. Gli aspetti iniziali, nella prima mezz’ora, ma anche nella prima ora deve essere gestito tutto per telefono.
Le crisi -ha ribadito Ferrarini- sono gestite necessariamente in prima persona dal comandante, con tutta l’autonomia per prendere le giuste decisioni, ci sono direttive molto chiare. Il comandante Schettino – ha anche detto Ferrarini – mi disse di essere in contatto con la capitaneria di porto, quindi per me l’autorità marittima era già stata informata da lui.