Riforma custodia cautelare, ok del Senato. Alla Camera compare una spigola

di Redazione

 Roma. Via libera del Senato, con 208 voti a favore, al disegno di legge che modifica il codice di procedura penale sulle misure di custodia cautelare.

Ora il provvedimento torna alla Camera. Intanto, proprio dall’Aula di Montecitorio è giunto l’ok definitivo al ddl sulle pene alternative al carcere che contiene, fra l’altro, anche la depenalizzazione dell’immigrazione clandestina e le norme sulla messa alla prova.

Il testo è stato approvato dalla Camera con 332 sì, 104 no e 22 astenuti. Contro il provvedimento si sono espressi Lega, che ha praticato ostruzionismo, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. Molti gli astenuti tra le fila di Forza Italia. Si sono registrati anche momenti di tensione durante la votazione. Il leghista Nicola Molteni ha urlato “vergogna”, rivolto ai banchi del Pd. Prima l’altro esponente del Carroccio, Massimiliano Fedriga, aveva occupato i banchi del governo con un cartello contro il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed è stato espulso dall’Aula.

Durante la discussione del provvedimento è andato in scena lo “show”, sempre dalla Lega, del deputato Gianluca Buonanno che ha portato in Aula una spigola. “Quando ho sentito che oggi in quest’Aula si facevano questi discorsi pensavo che fossimo davanti ad un pesce d’Aprile”, ha detto Buonanno riferendosi alla cancellazione del reato di immigrazione clandestina. “Ma la maggioranza che fa? Altro che sardine, qui c’è chi si lamenta del fatto che gli immigrati sono trattati peggio dei turisti. Diamo le spigole ai nostri poveri, ai nostri pensionati”, ha aggiunto il leghista. A quel punto ha tirato fuori una spigola fresca e l’ha brandita tra l’incredulità dei deputati, a partire da quelli del suo stesso partito. Dopo averlo richiamato due volte, il vicepresidente Luigi Di Maio lo ha espulso.

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La nuova legge è basata su tre pilasri: arresti domiciliari, depenalizzazione dell’immigrazione clandestina (e di molti altri reati), messa alla prova. Non tutte le norme, però, saranno immediatamente applicabili: all’attuazione della depenalizzazione e dei domiciliari dovrà infatti provvedere il governo attraverso appositi decreti legislativi.

Domiciliari. La nuova legge punta a decongestionare le carceri prevedendo, per i reati di lieve entità, la reclusione presso l’abitazione o presso un luogo di cura, assistenza o accoglienza. Secondo la delega, gli arresti domiciliari dovranno diventare la pena principale da applicare in automatico per tutti i delitti per i quali la pena massima non superi i tre anni. Nei casi in cui la pena va da 3 a 5 anni, sarà invece il giudice a decidere, tenendo conto della gravità del reato e della capacità a delinquere del condannato.

Detenzione oraria. La detenzione non carceraria può avere durata continuativa o per singoli giorni della settimana o fasce orarie. Può essere eventualmente prescritto il braccialetto elettronico. Restano in carcere i delinquenti abituali, professionali e chi non ha un domicilio idoneo o si comporta in modo incompatibile (violando ad esempio le prescrizioni). Il giudice dovrà anche tenere conto della tutela della persona offesa.

Lavori di pubblica utilità. Nel caso di reati per cui è prevista la detenzione domiciliare, il giudice può affiancare alla condanna anche la sanzione del lavoro di pubblica utilità. Per almeno 10 giorni (durata minima), il condannato dovrà prestare attività non retribuita in favore della collettività.

Da reati a illeciti amministrativi.In forza di una delega il governo trasformera’ una articolata serie di reati in semplici illeciti amministrativi. La depenalizzazione riguarda tutte le infrazioni attualmente punite con la sola multa o ammenda e altre fattispecie come ad esempio l’omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali (solo se non superiori a 10mila euro), gli atti osceni, l’ abuso della credulità popolare, le rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive.

Immigrazione clandestina – Non è più un reato. L’arresto viene mantenuto solo per gli immigrati che rientrano in Italia dopo un provvedimento di espulsione.

Fuori dalla depenalizzazione. Non rientrano comunque nella depenalizzazione i reati relativi a edilizia e urbanistica, territorio e paesaggio, alimenti e bevande, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza pubblica, gioco d’azzardo e scommesse, materia elettorale e finanziamento dei partiti, armi ed esplosivi, proprietà intellettuale e industriale.

Messa alla prova. Da tempo sperimentata con i minori, la “messa alla prova” viene ora estesa agli adulti. Per reati puniti con reclusione fino a 4 anni o pena pecuniaria, l’imputato può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. La misura consiste nello svolgimento di lavori di pubblica utilità, con l’affidamento al servizio sociale per lo svolgimento di un programma di recupero. Se l’esito è positivo, il reato si estingue. In caso di trasgressione del programma di trattamento, o se il condannato commette nuovi delitti, scatta però la revoca della misura. Durante il periodo di prova la prescrizione è sospesa.

Via la contumacia. Viene eliminata del tutto la contumacia. Se l’imputato (dopo un primo tentativo di notifica) è irreperibile, il giudice sospende il processo potendo però acquisire le prove non rinviabili. Alla scadenza di un anno, e per ogni anno successivo, dispone nuove ricerche dell’imputato. Finché dura l’assenza, è comunque sospesa la prescrizione.

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