Napoli. L’ex presidente del Consiglio regionale della Campania, Paolo Romano, osserverà ancora il regime degli arresti domiciliari.
Arrestato martedì scorso, proprio nel periodo finale della campagna elettorale che stava conducendo con il Nuovo Centrodestra, Romano si sarebbe macchiato del reato di concussione ai danni del direttore dell’Asl di Caserta, Paolo Menduni, avendo tentato, il primo, di condizionare l’assegnazione di posti ai vertici della sanità locale.
Gli avvocati Garofalo e Della Pietra avevano richiesto la scarcerazione per il loro assistito, ma il gip Sergio Enea non ha voluto saperne, rigettando la “domanda”, come si evince dagli atti depositati questa mattina presso la cancelleria del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Stando a quanto ha affermato Garofalo, avvocato difensore di Romano, la decisione da parte del gip sarebbe scaturita dalla possibile revoca delle dimissioni da presidente del Consiglio Regionale di Romano, il quale, per quanto riportato dallo Statuto del Consiglio regionale, potrebbe richiedere la revoca dell’addio, poichè nel testo risulta che può essere nominata una nuova persona, ma non si fa alcun riferimento ai casi dimissivi. Per questo motivo il gip Enea non ha dato il via alla scarcerazione, nonostante Romano abbia più volte dichiarato di non voler tornare sui suoi passi.
La bufera mediatica abbattutasi sul politico casertano non ha, comunque, distrutto il suo elettorato, tanto che ha ottenuto ben 11mila voti alle elezioni europee dello scorso 25 maggio.