Stop erogazione acqua nelle campagne, De Angelis promuove class action

di Redazione

Francesco De AngelisCasal di Principe. “La nostra agricoltura non può morire per l’incapacità di programmazione del consorzio di bonifica e del suo consiglio d’amministrazione”.

E’ furioso Francesco De Angelis, candidato sindaco per L’Alternativa e Insieme per Casale, dopo la decisione di azzerare praticamente l’erogazione dell’acqua nelle campagna di Casal di Principe. “Siamo vicini ai lavoratori ai quali esprimiamo la nostra solidarietà per le difficoltà che stanno vivendo dovute al mancato pagamento degli stipendi, ma non possiamo tollerare il comportamento di un consiglio d’amministrazione, che vede la presenza di nostri concittadini che, per risparmiare soldi non ha esitato ad assumere una decisione che distruggerà tutti i nostri raccolti se gli agricoltori non si caricheranno di spese accessorie – ha spiegato De Angelis – che, di fatto, renderanno nullo il profitto del loro lavoro”.

Ma, cosa è successo? A causa delle difficoltà economiche che vive l’ente, il consorzio di bonifica è stato costretto a razionalizzare l’acqua destinandola praticamente tutta ai Comuni inseriti nell’area della Terra dei fuochi perché lì non è possibile attingere nulla dai pozzi.

“Morale della favola, a Casale non è stata destinata praticamente un briciolo di acqua con il conseguente blocco dell’irrigazione e l’ormai prossimo tracollo degli agricoltori – ha sottolineato il candidato sindaco – di fronte a questa vicenda non siamo rimasti a guardare e, abbiamo sottoposto ai nostri legali e ai nostri tecnici la questione per cercare di trovare una soluzione che non mortifichi il lavoro degli agricoltori e che, soprattutto, non metta in ginocchio una fetta importante dell’economia del nostro paese”. Studiando gli atti è emerso che è possibile una class action, cioè un ricorso collettivo contro la decisione di interrompere l’erogazione della corrente, per ottenere il risarcimento dei danni.

“Non siamo stati messi in condizione di lavorare e non siamo stati nemmeno informati del danno che avremmo potuto subire in modo da piantare colture alternative che non richiedono irrigazione – ha dichiarato – per questa ragione è possibile presentare il ricorso collettivo. Con i nostri tecnici abbiamo deciso di farci carico di questa battaglia, predisponendo il ricorso a tutela dei nostri concittadini di cui io sono il primo firmatario. Chiunque voglia presentare ricorso per chiedere i danni può recarsi presso il mio studio di via della Pace dove troverà dei tecnici preparati che raccoglieranno i dati e predisporranno gli atti, gratuitamente. L’agricoltura va sostenuta non ostacolata con provvedimenti sciatti. Chi ha sbagliato è giusto che paghi”.

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