E caccia mondiale contro Boko Haram. Droni americani sono alla ricerca delle oltre 200 studentesse rapite in Nigeria dalla setta islamista, che lunedì 12 maggio ha diffuso un nuovo filmato.
Il governo nigeriano si dice pronto ad avviare i colloqui col gruppo. Se ha intenzioni sincere, ha detto alla Bbc il ministro Tanimu Turaki, il leader di Boko Haram dovrebbe inviare qualcuno ad incontrare la commissione per la riconciliazione.
Continuano, intanto, le ricerche delle studentesse. “Con l’autorizzazione del governo nigeriano abbiamo inviato dei droni e condiviso con le autorità di quel paese immagini satellitari”, ha spiegato un alto funzionario dell’amministrazione di Barack Obama. La scorsa settimana il sottosegretario americano per l’Africa, Linda Thomas Greenfield aveva riferito della richiesta di droni e altri strumenti e servizi di intelligence da parte del governo di Abuja. L’arrivo dei droni segna l’inizio di una caccia internazionale a Boko Haram.
Le ragazze si sarebbero convertite all’Islam, ha fatto sapere il leader del gruppo jihadista Abubakar Shekau nel nuovo filmato diffuso. Le immagini hanno alimentato l’ondata di indignazione e provocato la reazione internazionale. Il presidente francese Francois Hollande ha spiegato che gli alleati internazionali hanno intenzione di far partire un’operazione di risposta a Boko “non militare bensì di intelligence e con l’utilizzo di strumenti ad alta tecnologia”.
L’Associazione dei cristiani nigeriani (Can) condanna gravemente la conversione delle ragazze rapite dagli islamisti e la definisce “una dichiarazione di guerra alla cristianità”. Il Pastore Ayo Oritsejafor ha affermato che le ragazze non possono essere usate per uno scambio con i prigionieri perché “non sono criminali. Sono cristiane, non musulmane. Sono state rapite perché rappresentano la Chiesa agli occhi dei loro rapitori. Ci sono gli estremi per la persecuzione religiosa”.
Prosegue la mobilitazione internazionale per la liberazione delle giovani. E’ partita lunedì 12 maggio da Lagos una nuova protesta a favore del rilascio delle 276 ragazze rapite. Centinaia di donne hanno invaso le strade della città del sud del Paese indossando t-shirt bianche, colore simbolo di purezza. A guidare la protesta l’organizzazione Women arise.
La manifestazione proseguirà in diverse città del Paese fino alla foresta di Sambisa, dove si pensa siano state portate le ragazze. “Se nel giro di 14 giorni il governo non troverà le ragazze – ha detto la leader del movimento Joe Odumakin- sfileremo mezze nude a Chibok ed entreremo noi stesse nella foresta per cercarle”.
Le studentesse, di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono state rapite il 14 aprile: un commando di Boko Haram le ha prelevate da una scuola di Chibok, nello stato del Borno. Alcune sono riuscite a fuggire (qui una testimonianza di una di loro), ma altre sono ancora nelle mani del gruppo integralista che ha imposto il terrore nel nord della Nigeria.