Jos. “Ci vogliono tutti morti”. Un tweet di una ragazza nigeriana fotografa la nuova giornata di sangue in Nigeria con decine di morti, “in gran parte donne”, causati dallesplosione di almeno due autobomba a Jos, Stato centrale del Paese.
Secondo i media locali, che citano fonti ospedaliere, i morti sarebbero addirittura 200, per le autorità almeno una cinquantina.
“La gente correva ovunque, tanti erano coperti di sangue”, ha raccontato un testimone. Le esplosioni, due secondo le autorità, tre secondo fonti citate della Cnn, hanno preso di mira una stazione di taxi in una delle vie commerciali più affollate della città con un camion carico di esplosivo. Poi, in uno schema terroristico targato al Qaida già visto in Afghanistan, Iraq e Libano, unaltra esplosione, circa 20 minuti dopo, con unauto saltata in aria poco distante nei pressi del Terminus market, mentre i soccorritori portano i primi aiuti.
Non sembrano esserci dubbi sulla matrice dellattacco terroristico, riconducibile a Boko Haram, che alla vigilia di Natale del 2010 aveva colpito Jos con un attentato costato la vita a oltre 80 persone.
Proprio oggi il Parlamento di Abuja ha decretato il prolungamento di altri sei mesi dello stato di allerta imposto un anno fa nelle regioni calde di Yobe, Adamawa e Borno, lo stesso in cui a metà aprile sono state rapite oltre 200 liceali – sono quasi 300 quelle in mano agli integralisti, contando successivi rapimenti di ragazze nel Paese.
La Nigeria – dopo il vertice sabato a Parigi con Francois Hollande e i capi di Stato dei Paesi africani limitrofi – ha chiesto oggi ufficialmente al Consiglio di sicurezza dellOnu di inserire Boko Haram nella lista nera del terrorismo internazionale, ma è chiaro che Abuja avrà bisogno di aiuti più concreti per far fronte a una minaccia divenuta sempre più letale.