Dal 14 maggio al via la 67esima edizione del Festival di Cannes, la kermesse cinematografica più glamour del pianeta, seconda solo alla stellare cerimonia della consegna degli Oscar.
Sarà, infatti, una star di Hollywood ad inaugurare questanno una manifestazione, che si annuncia allinsegna delle donne. La divina Nicole Kidman illuminerà la prima serata grazie alla sua incarnazione della principessa Grace di Monaco nel discusso biopic del transalpino Oliver Dahan, presentato appunto fuori concorso in apertura di rassegna. Insieme a lei sarà, senza dubbio, la cineasta australiana Jane Campion, scelta come presidente della giuria internazionale incaricata di assegnare la Palma dOro e gli altri riconoscimenti, a catalizzare lattenzione e i flash delle centinaia di fotografi pronti ad immortalare le prestigiose passerelle.
Ma ancor più attesa sarà la diva di casa nostra Sophia Loren ad abbagliare con la sua tuttora fulgida presenza, nonostante gli imminenti 80 anni, il pubblico delle grandi occasioni. A lei spetterà lonore di tenere una Masterclass e di presenziare alla proiezione de La voce umana, sua ultima fatica diretta dal figlio Edoardo Ponti, e della versione restaurata di Matrimonio allitaliana di Vittorio De Sica, inserito nella sezione Classics. E come se non bastasse contribuirà, anche, Monica Bellucci, litaliana più amata di Francia, a rendere indimenticabile un Festival impreziosito dalla bellezza incondizionata.
Questa volta, però, la Bellucci si annuncia in eccezionale forma artistica nel poetico ed enigmatico Le meraviglie di Alice Rohrwacher, una delle due donne registe incluse nel concorso ufficiale e unico titolo tricolore in competizione per il massimo trofeo.Ma non è finita qui. La non meno adorata, dai cugini dOltralpe, Asia Argento verrà celebrata nella sezione Un certainregard, dove sarà possibile vedere in anteprima la sua terza opera dietro la macchina da presa dal significativo titolo Incompresa.
Insomma, un menu appetitoso che non può non sfoggiare poi i soliti nomi cannensi dai compatrioti Assayas e Haznavicious, ai belgi Dardenne, allimmancabile britannico Loach fino al redivivo svizzero Jean Luc Godard, un maestro della nouvelle vague che ritorna addirittura in versione 3D. Intanto noi godiamoci, non senza un pizzico di orgoglio nazionale, il manifesto ufficiale della manifestazione, che ritrae un Marcello Mastroianni dannata, icona di un fascino senza tempo.