Milano. Hanno ammesso di aver ricevuto del denaro dall’imprenditore Enrico Maltauro. Ma non li hanno identificati come tangenti.
“Erano regalie” ha affermato Gianstefano Frigerio, ex esponente della Dc. “Si è trattato di un sostegno elettorale” ha invece dichiarato Luigi Grillo, ex senatore prima di Forza Italia e poi del Pdl. Questo, in sintesi, quanto emerso lo scorso 12 maggio nel corso degli interrogatori di garanzia per due dei sette arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “cupola degli appalti”.
Per loro il gip, come già successo per il direttore dell’ufficio contratti di Expo Angelo Paris, ha inoltre deciso di respingere la richiesta di scarcerazione. Intanto, lunedì 19 maggio, in un interrogatorio durato quasi sei ore e i cui verbali sono stati secretati, anche Paris avrebbe ammesso la turbativa d’asta parlando di appalti pilotati nell’ambito dell’Esposizione universale in cambio di protezione politica e avanzamenti di carriera.
Secondo quanto si apprende, davanti al gip di Milano Fabio Antezzasi, Frigerio si sarebbe inoltre soffermato sul ruolo di Sergio Cattozzo. Secondo l’ex parlamentare della Dc, l’ex esponente ligure dell’Udc e presunto ‘corriere’ delle tangenti, era il “segretario” di Luigi Grillo.
E proprio all’ex senatore prima di Forza Italia e poi del Pdl, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, sarebbe stata contestata la telefonata intercettata del 24 dicembre 2013. Si tratta di una conversazione, come si legge negli atti dell’indagine, tra l’ex senatore e l’imprenditore Maltauro, dalla quale si evince “apparentemente solo uno scambio convenzionale di auguri” ma che invece “è estremamente significativa e dimostra (…) – ha scritto la Gdf – l’avvenuta ricezione da parte di Grillo della sua quota parte del denaro precedentemente versato da Maltauro a Cattozzo (Sergio, l’ex esponente ligure dell’Udc ora in cella, ndr) il 18.12.2013”.