Matacena, arrestata la moglie. Per Scajola accusa di concorso esterno

di Redazione

 Nizza. La polizia francese ha tratto in arresto, intorno alle 14 di domenica, con la collaborazione di funzionari del centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Genova e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia italiano, Chiara Rizzo, moglie del latitante Amedeo Matacena, …

… in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia. La Rizzo è stata fermata all’aeroporto Internazionale di Nizza “Cote d’Azur” proveniente da Dubai (Emirati Arabi).

La stessa, coinvolta nell’indagine della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, denominata “Breakfast”, è gravemente indiziata di intestazione fittizia di beni, per aver occultato la titolarità di diverse società riconducibili al marito, nonché per aver favorito l’inosservanza della pena allo stesso Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il mandato di arresto europeo è stato disposto a seguito dei recenti arresti operati dalla Dia di Reggio Calabria, con il coordinamento di quella Procura Distrettuale, tra cui, quello dell’ex ministro Claudio Scajola, il quale avrebbe favorito la latitanza dell’imprenditore calabrese ed ex parlamentare, attualmente a Dubai. Proprio ieri Matacena è uscito allo scoperto, in una telefonata a SkyTg24, a cui ha dichiarato: “Mi dispiace per Scajola, è una brava persona con cui sono in ottimi rapporti”. “Dicono che ha occultato il mio patrimonio? Onestamente mi sento particolarmente sorpreso perché dell’occultamento del mio patrimonio non ne vedo nessuna motivazione”.

Sul fatto che si trovi a Dubai ha poi aggiunto: “Lo sanno tutti che sono qui. Sono senza passaporto e non mi posso muovere. Faccio il maitre”. “E da quando sono andato via che penso sempre se tornare o meno, – aggiunge – questo è stato il motivo del litigio, della separazione e del divorzio da mia moglie. Lei voleva che non andassi via. Io ero convinto che fosse utile aspettare da libero quanto meno le decisioni della Cassazione sul ricorso straordinario che ho fatto e della Corte europea dei diritti dell’uomo”.

L’operazione “Breakfast” dapiù di due anni vede impegnata laDiadi Reggio Calabria nella ricerca dei reinvestimenti di capitali illeciti, movimentati dalla ‘ndrangheta in Italia ed all’estero. Intanto, per Scajola, Rizzo e gli altri indagati arriva anche l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

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