Squinzi: “Costruire Italia nuova. Renzi non deluda”

di Redazione

 Roma. “E’ arrivato il momento di costruire un’Italia nuova che può tornare a crescere in modo robusto”. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, non si rassegna “a un Paese stanco e sfiduciato”, e apre con queste parole l’assemblea dell’associazione degli industriali italiani.

Occorrono “stabilità per fare le riforme che innescano la crescita”, sottolinea il numero uno di viale dell’Astronomia, senza nascondere che il 2014 non porterà comunque lavoro. Da questa crisi, che sembra non finire mai, possiamo uscire, sprona Squinzi, “solo decidendo ciò che da almeno due decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare facendo”.

“Il mandato popolare” al Pd e a Renzi, dice Squinzi, “testimonia la voglia di cambiamento che c’è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita”. Il presidente di Confindustria assicura la propria disponibilità immutata e completa a collaborare, ma chiede di “fare le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci”.

Richiamando le parole del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, Squinzi sottolinea come il risultato delle elezioni europee “ci mette di fronte a un bivio politico: l’Europa può aprirsi finalmente verso le riforme, come Confindustria chiede da tempo, o cedere alle forze che spingono verso la dissoluzione del sistema”.

Secondo Confindustria “non abbiamo bisogno di un nuovo contratto, neppure a tutele crescenti”. Ma, ha aggiunto Squinzi, “di semplificare e migliorare la disciplina di quello a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente e attrattivo per le imprese, lasciandole più libere di organizzare in maniera flessibile i processi di produzione e rimuovendo gli ostacoli che scoraggiano le assunzioni”.

Dal presidente di Confindustria è arrivato anche un richiamo ai sindacati. “Il confronto e la decisione devono seguire modi e tempi diversi rispetto al passato: il tempo delle eterne liturgie è trascorso e su riforme di questa portata bisogna avere il coraggio di decidere rapidamente”. Al sindacato Squinzi ha chiesto di non chiudersi “conservativamente nel nostro familiare, ma ristretto orizzonte domestico”.

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