L’opposizione abbandona il Consiglio comunale

di Redazione

 Sant’Arpino. L’opposizione di Sant’Arpino sale sull’Aventino. Il consigliere Francesco Capone, a nome dell’intera minoranza, ha annunciato che non parteciperà più ai lavori consiliari né a quelli delle commissioni.

Ecco il testo integrale dell’intervento di Capone.

Signor Presidente, Sindaco facente funzioni, Assessori, colleghi consiglieri,abbiamo deciso di intervenire sull’ordine dei lavori per un atto di responsabilità e per comunicare e motivare la scelta di non partecipare ai lavori del Consiglio.

Riteniamo, infatti, che si siano consumati tutti i margini di una possibile collaborazione, pur nel rispetto dell’automonia e delle differenze tra maggioranza e minoranza, tra chi ha il dovere di governare chi ha il dovere di fare opposizione. Avevamo sperato che questa Amministrazione potesse avere uno scatto di orgoglio, che potesse veramente segnare una inversione di tendenza! Avevamo creduto nella promessa di chi disse, in sede di lavoro delle tante riunione di Commissione, che l’amministrazione venuta fuori dal voto delle elezioni del maggio scorso non sarebbe stata il secondo tempo della prima giunta Di Santo, ma sarebbe stata tutt’altra storia. Ci eravamo illusi sulla portata di un possibile vento di rinnovamento con la presenza nelle fila della maggioranza di ben cinque donne, che ci aveva fatto sperare in una forte discontinuità con le pratiche di un recente passato.

Ma abbiamo dovuto prendere atto che la loro presenza non solo si muove nella più logora logica della passata amministrazione e che le loro maggiore preoccupazione non è quella di rendere un servizio, ma di acquisire visibilità e potere, sedendosi sull’agognata e irresistibile poltrona! E così, invece, di una nuova partita, siamo ai tempi supplementari della prima Giunta Di Santo e con l’aggravante di un pesante cartellino rosso!

E, noi su quella vicenda, che pure pesa come un macigno sulla storia politica, e non solo, del nostro Paese, abbiamo avuto un comportamento responsabile e non intendiamo più ritonarci. Ma neanche possiamo far finta che non sia accaduto niente e di come le conseguenze sul piano politico, e sottolineo politico, abbiano inciso e tuttora incidano sulla vita politica, sociale ed economica del Paese.

Di Santo e’ ai domiciliari. E ciò nonostante noi avevamo fatto un’apertura di credito, avevamo, pur nella responsabile sottolineatura critica di quell’evento, teso una mano per garantire un’uscita dignitosa da tale vicenda, di avviare finalmente un necessario cambio di passo, superando perfino quella logica e conseguente richiesta di dimissioni del Sindaco e/o della maggioranza. E a dimostrazione della nostra buona volontà, leale e costante è stato il nostro contributo nel lavoro delle Commissioni come dimostrano i nostri interventi e i provvedimenti sui quali tra maggioranza e minoranza si sono trovate positive ed utili convergenze nell’interesse dei cittadini.

L’ultimo esempio è proprio nel primo punto dei lavori di questo Consiglio comunale che ha visto in sede di Commissione raggiungere una intesa sul testo delle modifiche da apportare allo Statuto. E avremmo continuato su tale percorso, non senza perdere mai la speranza di un responsabile ripensamento, da parte del Sindaco e della maggioranza che li portasse, nell’interesse esclusivo del Paese, a dare le dimissioni e a ridare la parola ai cittadini.

E tale nostra aspettativa non nasceva da un giudizio moralistico, cosa molto diversa da quello morale, o di mancato riconoscimento, sul piano formale e giuridico, dell’attuale giunta retta dal facente funzioni Fioratti, ma dalla ineccepibile lettura politica del caso, che avrebbe richiesto una diversa comprensione degli avvenimenti che, nella sostanza, hanno fatto emergere una questione che non è giuridica, ma appunto morale e conseguentemente diventa politica!

Avevamo, ripeto, voluto credere almeno che potesse esserci un cambio di passo sulle cose concrete, sui fatti, sui comportamenti e soprattutto nel voler perseguire finalmente un forte recupero di trasparenza e legalità nella produzione degli atti fondamentali dell’amministrazione.

Ma, Signor Presidente, Sindaco facente funzioni, Assessori, colleghi consiglieri, la lettura del conto consuntivo e di una parte degli atti e documenti che l’accompagnano, ci ha fatto cadere le braccia e riaprire gli occhi. I dati economici del consuntivo, e nonostante lo sforzo della dottoressa Patrizia Cocca, sono la conferma di un fallimento, da noi sempre denunciato, e dimostrano come in questa maggioranza non c’è alcuna volontà di cambiare registro.

E nonostante tutta la buona volontà della dottoressa Cocca non è stato possibile far finta di non vedere le gravi criticità richiamate nella stessa relazione del Revisore, in particolare alle pagine 28, 37, 41, 44, 54. Nella pagina 28 abbiamo la certificazione ufficiale del marasma amministrativo-gestione-contabile che regna nella partecipata del Comune “Ecoatellana Multiservizisrl” che riportiamo fedelmente “L’Organo di revisione evidenzia che: Non ha potuto visionare il bilancio al 31.12.2013 in quanto richiesto all’ente, ma non ancora pervenuto.” A pagina 37 non è chiaro se il RdC ritenga idonea o non idonea, al fine di salvaguardare l’equilibrio della gestione residui e l’equilibrio della gestione di cassa, l’operazione di riaccertamento dei residui attivi così come risulta dal verbale del 1 aprile 2014 sottoscritto da tutti i responsabili delle posizioni organizzative.

Considerato il giorno cui è stato sottoscritto sarebbe interessante una sua lettera per verificare se si è in presenza di un pesce d’aprile! E la battuta non è peregrina dal momento che a pagina 41 il RdC scrive “Il Revisore deve constatare che i valori registrati, sia in termini assoluti che in percentuale, per quanto attiene alla capacità di incasso dei residui attivi sono bassi: la riscossione dei residui attivi appare ancora uno dei principali problemi per l’Amministrazione comunale e il suo andamento continua a destare preoccupazione nel collegio.” E ancora “Il Revisore, sull’intera tematica, rileva che il monte dei residui attivi e passivi è tuttora estremamente elevato. Il Revisore deve constatare, nonostante i solleciti effettuati, la ancora incompleta attuazione dei meccanismi correttivi per rendere maggiormente efficiente la fase di riscossione.” “Si invita, continua il Revisore, nuovamente l’Amministrazione comunale ed i Responsabili dei Servizi ad attivare una seria e strutturata azione tesa, già nell’immediato, a ridurre l’importo del monte dei residui attivi” mediante “un riscadenzamento nell’esercizio corrente”.

Analoga operazione va fatta anche per i residui passivi. Tutto ciò ci porta a dubitare anche sull’effettività reale del mantenimento del patto di stabilità, nonché dei parametri che portano all’individuazione e all’accertamento delle condizioni strutturalmente deficitarie di cui alla pagina 44, anche in considerazione di quanto scrive il RdC a pagina 54 dove, riferendo della Relazione della Giunta al Rendiconto, testuale scrive “Alla relazione non sono allegate le relazioni dei responsabili dei servizi con evidenza dei risultati previsti e raggiunti.”

E pur tuttavia, e questo dispiace rilevarlo, il RdC dà il parere favorevole al rendiconto per l’esercizio finanziario 2013! Tutto viene fatto unicamente e solo in funzione di “una sopravvivenza”, senza alcun respiro strategico o una visione di insieme di quello che dovrà essere il futuro del nostro Paese. Non intendo assolutamente tediarvi con l’elencazione ulteriore delle tante cifre che sottolineano deficienze e contraddizione di una Giunta che tira a campare. Ne segnalo solo alcune che danno plasticamente e incontrovertibilmente la situazione dello stato comatoso della Giunta, una volta Di Santo, ora Fioratti ff. Nella parte Entrate del titolo I, su un totale, tra residui conservati (chissà se sono reali?) e stanziamenti definitivi di bilancio, di 16.344.339,41, si è riscosso solo 3.980.492,93! Per non parlare dl riepilogo generale delle entrate che presenta un quadro sconcertante: di fronte ad una cifra, tra residui conservati (chissà se anche qui sono reali?) e stanziamenti definitivi di bilancio, di 60.693.560,03 si sono riscossi 6.889.913, 60, che ha determinato, attraverso il riaccertamento delle poste, una minore entrata di 20..890.018,42. Sul versante della spesa, si riporta. per migliore comprensione di come lo stato finanziario di questo Comune è sull’orlo del baratro, la situazione del titolo I della spesa.

Dove di fronte ad una cifra, tra residui conservati (sono reali?) e stanziamenti definitivi di bilancio, di 19.803.147, 49 si sono pagati appena 4.854.426,49. Il che spiega, come richiamato dalla stessa dottoressa Cocca, la rigidità della spesa corrente che si attesta su di una percentuale del 24,30% e che non è certamente un buon segno. Non è un caso che i parametri di velocità per la riscossione delle entrate proprie sono a livello infinitesimale ( 0,48 nel 2011, 0,28 nel 2012, 0,30% nel 2013) e quelli della velocità della gestione della spesa corrente sono sulla stessa lunghezza d’onda( 0,62 nel 2011, 0,50 nel 2012, 0,45% nel 2013). E che dire della pressione tributaria che si muove su valori del 396,78% del 2011, del 498,55% nel 2012 (l’anno della IAP), 446,99% nel 2013. Sul versante degli investimenti nello sviluppo produttivo e nell’agricoltura ci troviamo di fronte a stanziamenti risibili!

Signor Presidente, Sindaco facente funzioni, Assessori, colleghi consiglieri, e mi avvio alle conclusioni, appare evidente che non possiamo più tollerare che si continui così. Il re è nudo, la verità è nei numeri e non basta più a nasconderla la strategia del doppio binario, caro Assessore al Bilancio. La verità, quella vera, la diciamo nelle segrete stanze, mentre ai cittadini ne raccontiamo un’altra.

Ora è del tutto chiaro perché il sindaco si ostina a non volersi dimettere e la sua maggioranza gli tiene bordone. Ci deve essere qualcosa di più importante delle onorevoli e dignitosi dimissioni, qualcosa che spaventa il Sindaco al punto da fargli preferire la “restrizione” ai domiciliari più che il sapore della libertà e dell’aria fresca e pulita e che, allo stesso tempo, impedisce alle tante speranze nuove di fare uno scatto di responsabile orgoglio politico, quasi come se temessero che le loro dimissioni le potrebbero risucchiare nel vortice di impegni assunti, ci auguriamo non da loro, e che devono essere mantenuti.

Noi vi diciamo, non abbiate paura, seguiteci, ridiamo dignità alla nostra Comunità! Per queste motivazioni, da questa sera noi non intendiamo più condivedere alcuna responsabilità politica, non parteciperemo più ai lavori delle Commissioni, non intendiamo essere complici della vostra “ mala gestio” neanche con la nostra presenza. Continueremo a tutelare gli interessi dei cittadini di S.Arpino, portando la nostra battaglie e la nostra opposizioni in altre sedi istituzionali, sul territorio, nella società civile! ”.
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