Casal di Principe. Il pentito aveva notizie generiche, riferitegli da terze persone e non direttamente acquisite, sui presunti accordi tra il clan dei Casalesi e l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, …
… sia per la costruzione di un centro commerciale, che doveva essere edificato tra Casal di Principe e Villa di Briano, sia per quella della centrale termoelettrica di Sparanise. E’ quanto ha fatto emergere la difesa dell’ex leader del Pdl campano, Agostino De Caro, durante il controesame al collaboratore di giustizia, Roberto Vargas, nel corso del processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere denominato “Il principe e la (scheda) ballerina”.
Per quanto riguarda la costruzione del centro commerciale, l’avvocato De Caro ha chiesto a Vargas quando e da chi lo seppe. “La prima volta nel 2005 da mio fratello – risponde Vargas – poi successivamente da Nicola Schiavone (figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan, ndr.), era nel 2008. Ma nei dettagli non sono mai entrato. Mi dissero solo che si doveva costruire un centro commerciale più grande di quello di Michele Zagaria e Iovine e che dietro c’era anche la onorevole”. “Lei dunque – puntualizza la difesa di Cosentino – ha notizie generiche e non dirette”.
Stessa domanda De Caro la rivolge per la centrale termoelettrica di Sparanise. “Nicola Schiavone – risponde il collaboratore – mi disse che la centrale era un affare chiuso da Nicola Cosentino e che se ne stava interessando con Nicola Panaro (il cassiere del clan)”. Qui la difesa contesta il fatto che Vargas, nel verbale del 2011, aveva detto al pm Alessandro Milita che dietro la affare c’era “‘O Merican” (soprannome della famiglia Cosentino) senza specificare se si trattasse dell’ex onorevole o di qualche suo fratello. «Quando dicevamo O’merican – afferma Vargas – ci riferivamo solo a Nicola, per gli altri dicevamo prima il nome, per esempio al fratello Giovanni dicevamo ‘Giovann ‘O Merican'”.
L’avvocato, poi, chiede al collaboratore se conosce quelli che erano i costruttori della centrale e chi c’era dietro, soprattutto se era a conoscenza del fatto che fossero persone che facevano riferimento a esponenti politici di sinistra e non alla area di Cosentino. “Se io le faccio il nome della General Costruction o di Alfonso Gallo, lei mi sa dire chi sono e a quale corrente politica facevano riferimento?”, chiede De Caro. “No, non lo so, – risponde l’ex braccio destro di Schiavone – nei dettagli della vicenda non sono mai entrato. A noi interessavano solo i soldi che entravano”.
L’altra contestazione la difesa di Cosentino la fa proprio sull’aspetto economico, ovvero sulla presunta tangente che secondo quanto aveva raccontato Vargas la scorsa udienza Cosentino avrebbe dovuto versare al clan, ovvero dai 15 ai 20mila euro al mese per qualche anno. “Lei ha detto che quella cifra sarebbe servita al clan e faceva gola perché sarebbero stati svariati milioni di euro, ma 20mila euro per qualche anno non danno quella cifra”, chiede la difesa. “Ho detto qualche anno, ma non so precisamente per quanto tempo la tangente doveva essere versata”, replica Vargas. Contestata dal pm Venorio, e accolta dal presidente Orazio Rossi, la domanda di De Caro su Luigi Gallo, interessato nell’ultimo procedimento che ha portato nuovamente l’ex sottosegretario e il fratello Giovanni in carcere. La prossima udienza si terrà il 9 luglio.