Pechino in sicurezza: 25 anni fa massacro di Tienanmen

di Stefania Arpaia

 Pechino. Blindate le strade pechinesi a 25 anni dalla strage di piazza Tienanmen.

Dal 15 aprile al 4 giugno 1989 studenti, intellettuali, operai, si riversarono nelle strade della città per protestare contro il governo cinese. Le manifestazioni ebbero origine a partire dalla morte del Segretario generale del Partito Comunista Cinese, Hu Yaobang, e furono pacifiche fino a quando i media locali non iniziarono a presentare le dimostrazioni come distorte, accusando gli studenti di complottare contro lo Stato e fomentare agitazioni in piazza.

Il massacro si verificò nella notte tra il 3 e il 4 giugno, quando l’esercito si mosse dalla periferia verso piazza Tienanmen, dove trovò una forte resistenza. I protestanti avevano costruito barricate e ostacoli, ma i soldati al loro arrivo, iniziarono a sparare sulla folla, uccidendo molti pacifisti.

Previste per oggi misure di sicurezza, controlli ferrei su turisti, passanti e chiunque abbia borse e zaini. Controlli sui documenti, posti di blocco agli incroci di via Chang’An, conosciuta anche come via della Grande Pace, che conduce alla piazza.

Già dallo scorso 12 maggio il governo aveva diramato la notizia dell’intensificazione dei controlli e il livello di allerta per evitare attacchi terroristici e attentati in luoghi pubblici, ma è soprattutto da ieri che la sicurezza è aumentata.

Fermata dai poliziotti una giornalista del “France Press”,a cui sonostate fatte cancellare delle foto scattate durante una discussione tra gli stessi agenti e dei turisti cinesi, che erano in fila per entrare nella piazza della memoria. Fermati anchealtri inviati francesi che chiedevano ai passanti il livello di conoscenza della strage, argomento tabù per i cinesi. Molti i giornalisti che hanno ricevuto un avviso governativo in cui si “consiglia” di non avvicinarsi al luogo della commemorazione, onde evitare “gravi conseguenze”.

Il governo cinese tende, soprattutto in questa giornata, a controllare i mezzi di comunicazione, soprattutto internet, i dissidenti e coloro che scendono in piazza per commemorare il massacro.

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Redazione
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