Divenne famoso per aver impersonato il brutto nel capolavoro di Sergio Leone Il buono, il brutto e il cattivo, senza dimenticare lambiguo Don Altobello nel terzo capitolo della saga de Il Padrino di Francis Ford Coppola.
Se ne è andato alla veneranda età di 98 anni lattore newyorkese Eli Wallach, uno dei caratteristi di eccellenza di Hollywood, premiato nel 2011 con un Oscar alla carriera. La notizia del suo decesso era cominciata a circolare nel week end scorso, ma era seguita immediatamente una smentita. Poi è stata la figlia a confermare la morte.
Nacque a Red Hook, un quartiere di Brooklyn (New York), il 7 dicembre del 1915, figlio di Abraham Wallach e di Bertha Schorr, immigrati polacchi di origine ebraica. Si laureò in Storia alla University of Texas di Austin nel 1936 ed ottenne due anni dopo il Master professionale in educazione al City College di New York. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio come sergente nell’esercito statunitense.
Giunto al teatro tardi (il suo debutto nel 1946), Wallach si formò all’Actors Studio sulla versione americana del famoso metodo di Kostantin Stanislavskij. Si impose nel 1951 con La rosa tatuata di Tennessee Williams e ottenne numerosi altri successi sulle scene, da La casa da tè alla luna d’agosto di John Patrick al Rinoceronte di Eugene Ionesco e alle commedie di Murray Schisgal.
Debuttò sul grande schermo in Baby Doll (1956) e durante la sua lunga carriera affrontò importanti ruoli in film di prestigio come I magnifici sette (1960), Gli spostati (1961), Il buono, il brutto, il cattivo (1966) Pazza (1987), Il padrino – Parte III (1990), L’amore non va in vacanza (2006), New York, I Love You (2009) e Wall Street: il denaro non dorme mai (2010). Sposato dal 1948 con l’attrice Anne Jackson, imparò l’italiano durante le riprese dei numerosi film realizzati in Italia, dove divenne famoso soprattutto per l’interpretazione del personaggio di Tuco in Il buono, il brutto, il cattivo.
Nel 1970 partecipò alla campagna no profit statunitense Love. It Comes in All Colors contro il razzismo realizzata dal National Urban Coalition. Ancora attivo in numerosi cameo e partecipazioni come guest star nelle serie tv, nel 2010 ricevette una nomination agli Emmy Award per la partecipazione ad un episodio della serie televisiva Nurse Jackie.