Nella vita si deve lavorare. E fin qua nulla di strano se si considera che questa frase è detta da un genitore, un padre, che parla così ai suoi sei figli.
Ma se il padre in questione è Sting e il patrimonio in questione è qualcosa come 225 milioni di euro, allora cè qualcosa che comincia ad essere fuori dal comune. “Nella vita si deve lavorare”, dice la rockstar in una lunga intervista rilasciata al domenicaleMail on Sunday.
“I miei figli lo sanno, ne abbiamo parlato”, ribatte ancora il cantante che mostra come abbia impartito, nonostante il suo successo, il buon insegnamento di vita alla sua prole. Forse perché sa bene che avere per padre una delle stelle del firmamento della musica contemporanea mondiale non è cosa semplice e facile. “Su di loro incombe la mia ombra: ricchezze, successo. E’ dura per i miei figli. E io sono stato chiaro: non ci sarà molto da spartire quando io non ci sarò più perché i soldi li stiamo spendendo!”, asserisce ancora Sting.
E chissà che un giro possano lavorare proprio per il loro papà. Dietro la rockstar cè infatti un vero esercito di 100 persone che lavorano duramente per tenere in piedi lattività musicale della star. “Ci prendiamo un sacco di impegni. Quello che entra lo spendiamo, e non ne resta un granché. Di certo – aggiunge – non lascerò loro ricchi fondi fiduciari: sono solo fardelli da portare sulle spalle. I miei figli devono lavorare. Lo sanno e di raro mi chiedono qualcosa. Cosa che io rispetto molto e apprezzo”.
“Certo – chiosa Sting – dovessero mai essere in difficoltà andrei in loro aiuto. Ma non ho mai dovuto farlo. Possiedono l’etica del lavoro e la spinta ad avere successo grazie alle loro forze. La gente dà per scontato che siano nati con la camicia e cresciuti nella bambagia, ma in realtà non hanno ricevuto molto”.
Insomma, la tesi di fondo è che i figli dovranno avere successo contando solo sui loro meriti, non sul mio denaro”. Detto questo è anche chiaro che “Ovviamente sono pronto ad aiutarli se dovessero avere dei problemi ma fino a oggi non è mai successo.