Vasco pronto per i live: “Il mio portafortuna? La fede del matrimonio”

di Emma Zampella

Vasco RossiHa la fede come portafortuna, che non tiene al dito ma che porta sempre con sé in una borsina, perché soffre di quella che si chiama anellofobia.

E porterà con sé quell’anello anche nei sette eventi del Live kom 014 che prenderanno il via dallo stadio Olimpico di Roma il 25 giugno per poi arrivare a Milano il 4 luglio. Lui è Vasco Rossi e, mentre si prepara per i 400mila fans che lo attendono, si racconta a Vanity Fair che gli dedica una copertina. Un ritorno segnato da quella malattia per cui, tre anni fa, ha quasi rischiato di morire.

Nel mezzo della guarigione e del recupero, un matrimonio, quello con Laura Schmidt, celebrato due anni fa. “L’ho fattoper metterla tranquilla, per motivi burocratici, perché bisogna far così. La fede non la porto, ma solo perché ho il terrore degli anelli”. L’anellofobia? “E’ vero. Colpa di un racconto che mi fece mio padre quando ero piccolo. Mi disse che un tizio si era strappato un dito saltando giù da un camion perché l’anello era rimasto impigliato da qualche parte. Ma, comunque,la fede la porto sempre con me in una borsina, è il mio portafortuna”.

Ma il Blasco, come è suo solito quando rilascia le interviste, adora parla di tutto, politica compresa. E proprio perché sa che i numeri contano, un po’ come quelli che lo inseguono sui vari social, si sbottona un po’ di più sul suo partito. “In Italiabisognerebbe cambiare praticamente tutto. Intanto la burocrazia: farraginosa, costosa e inefficiente”. Matteo Renzi ci sta già lavorando su. “Si muove bene, sa comunicare, ha portato in politica una generazione di giovani. Sono contento che stia cercando di dare una sterzata, anche se ho il dubbio che siamo al punto in cui la macchina va fuori strada comunque”.

Altre cose da cambiare? “I processi sono troppo lenti. Un Paese dove la giustizia non funziona è nelle mani della malavita. Sa che c’è? Che la politica o la fai o stai zitto, perché è lo stesso che discutere di calcio davanti alla Tv: non serve a niente, visto che l’allenatore non siamo né io né lei. E poi meglio cambiar discorso sennò finisco nei guai. Già l’estrema sinistra mi odia”.

Già, la sinistra estrema lo odia, perché non ha mai cantato che “la Bandiera rossa trionferà”, tanto che, in occasione della sua partecipazione al concerto del primo maggio del 2009, si organizzò una contestazione contro di lui, “controVasco venduto al potere, stronzate del genere. E’ finita che non li ha sentiti nessuno, perché erano solo quattro deficienti. Il genere che su internet, siccome c’èl’anonimato, crede di poter scrivere quello che gli pare. Se uno mi incontra non è che mi diceMi fai schifo, sei una merda, muori, però lo scrive”. Succede spesso? “Fino a due o tre anni fa non mi ero mica accorto che sotto i video di YouTube c’erano i commenti. Un giorno, leggo:Spero che ti venga un ictus vecchio drogato di merda. Non c’ho dormito una notte. Poi mi sono detto: Vecchio, be’, non posso certo dire di essere giovane. Drogato lo ero vent’anni fa, se lo ero, perché sono sempre stato un tossico indipendente, nel senso che l’eroina non l’ho mai toccata. Diciamo che ho fatto le mie esperienze, non me ne vanto, ma neanche me ne vergogno. Quanto all’ictus, anch’io spero che mi venga”.

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