“Ciro uno di noi”: le immagini dell’ultimo saluto al tifoso napoletano

di Emma Zampella

Funerali Ciro EspositoNapoli. “Ciro è uno di noi” urla la piazza Giovanni Paolo II di Scampia, dove, tra la folla, si sente vivo il ricordo di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto dopo essere stato sparato prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina all’Olimpico.

“Scampia per Ciro non vuole violenza” è lo striscione che campeggia all’ingresso del rione della città, dove migliaia di persone sono accorse per dare il loro ultimo saluto al tifoso. Ed anche la piazza diventa per qualche ore di quel tifoso che la memoria ricorderà come eroe civile: il marmo che reca il nome della piazza di Scampia viene sostituito dalla dicitura “Piazza Ciro Esposito”.

Sono stati anticipati alle ore 16 i funerali di Ciro Esposito in piazza Grandi Eventi a Scampia. Il rito sarà officiato dal pastore evangelico Alfredo Ciabatti.Già dalle prime oredelmattino volontarisi sono messi a lavoro per l’installazione del gazebo che accoglierà la bara di Ciro.

E sono in molti a voler ricordare con parole semplici quel ragazzo che, la sera del 2 maggio, ha messo in pericolo la sua vita per salvare quella di altri: a salutarlo dall’altare ci sono le parole di mamma Antonella, della fidanzata Simona, nonché amici che ricordano Ciro lanciando un messaggio di non violenza che possa andare oltre il calcio. E proprio mamma Antonella, così come papà Giuseppe, sono stati tutta la notte a vegliare la bara nell’Auditorium di Scampia dove è stata allestita la camera ardente. Napoli, dove è stato proclamato il lutto cittadino, si tinge di azzurro, forse ancor di più. Molti i cuscini e le corone di fiori, tra cui spiccano quelli inviati dalle altre tifoserie. Perché il calcio può essere anche questo. Il feretro di Ciro, nel giorno dei suoi funerali, è stato coperto dalle sciarpe del Napoli Calcio. Tra le corone di fiori c’è anche quella del Club Napoli Milano Partenopea, gruppo di tifosi che furono assaliti a Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia e che Ciro avrebbe cercato di difendere. A salutare il giovane tifoso, anche una squadra di Calcio giovanile di Marianella, quartiere della periferia Nord di Napoli.

Playlist Video

Anche la sua squadra del cuore accorre a dagli l’ultimo saluto. Tra la folla di Scampia si scorgono gli occhi delusi ed amareggiati del calciatore del Napoli, Lorenzo Insigne, che, reduce dai Mondiali in Brasile, è giunto a Scampia in mattinata. Con lui anche il coordinatore delle giovanili del Napoli, Gianluca Grava. In piazza è stato portato anche lo stemma del club listato a lutto. Inrappresentanza del Napoli, ci sarà il presidente Aurelio De Laurentiis. Ma a Napoli non ci sono soli i napoletani a dire addio a Ciro. Contrariamente a quanto accaduto quella sera, anche altre tifoserie italiane sono giunte a Scampia per porgere l’ultimo saluto a Ciro, perché da tifoso, Ciro è uno di loro. Tra i vicoli della città arrivano le delegazioni delle tifoserie di Genoa, Catania e Siena, mentre sono attese quelle di Lazio, Fiorentina e Borussia Dortmund. Attraverso i microfoni di Tuttonapoli sono arrivate anche le parole di Maradona, in collaborazione con l’avvocato Pisani:”Non ci sono parole per quanto è accaduto! – ha detto Maradona – Ciro è e rappresenta la maglia di Napoli e del Napoli”.Tra la folla anche il cantautore Eugenio Bennato,l’ex sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che ha inviato Vittorio Ciccarelli ad abbracciare la mamma di Ciro, l’attuale primo cittadino, Luigi De Magistri. Una corona di fiori è arrivata da Gigi D’Alessio.

C’è chi si mescola alla folla e chi invece vuole essere partecipe in questo giorno mostrando, come può, la sua vicinanza a quel grande napoletano che non c’è più. Gli amici più stretti di Ciro portano a spalla la bara dalla camera ardente fino al carro funebre. “Ciro uno di noi” è l’urlo che accoglie l’uscita della bara, mentre la mamma Antonella resta con le mani poggiate sul carro funebre. “Sempre con te sarò” urla la folla. Tutta Scampia facciata ai balconi per salutare il tifoso ammazzato. In piazza c’è anche Genny ‘a carogna, che la sera della finale di Coppa Italia era a capo della Curva all’Olimpico e che secondo la testimonianza fu lui tra i primi a soccorrere il giovane ultrà dopo l’aggressione.

“Scampia ha dato una lezione di grande dignità” ha detto il parroco anticamorra, don Luigi Merola, che poco fa si è recato nella camera ardente dell’Ottava Municipalità per rendere omaggio alla salma di Ciro “Di questo quartiere si parla spesso male – ha proseguito don Merola – ma oggi questa gente, con la famiglia di Ciro, ha dato una grande lezione, un grande esempio”.

“Ciro può continuare a vivere solo aiutandoci a rendere forte, autentico e senza appello il ripudio di ciò che lo ha condotto alla morte: la violenza. Non solo quella sportiva, ma quella che si nutre dell’odio verso l’altro, della contrapposizione spinta oltre il limite dell’umano”. Così il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe.”Le lacrime che tutti versiamo in questo momento di dolore – aggiunge – reclamano anche il diritto e la dignità di non finire sprecate in un terreno arido, capace solo di renderle vane.Quando muore un giovane di 30 anni, muore sempre una parte della città, perchè viene a mancare un tratto della sua giovinezza. E quando una vita, come quella di Ciro Esposito, è recisa dalla violenza ciò che resta è un dolore cupo che sembra sbarrare le porte a ogni tipo di speranza. Napoli porta ancora una volta il segno di una tragedia. Per antica e amara consuetudine a noi, come comunità cittadina, tocca sempre imparare dalle tragedie”.

Il messaggi più forte arriva dallo zio di Esposito che parla di Ciro come di un eroe civile: “ Ciro è un eroe e non lo dice la famiglia. È intervenuto a difesa di autobus che portava, donne e bambini soprattutto, alla partita. Mio nipote pensava che una partita potesse essere ancora un’occasione di festa. Quando l’autobus è stato assalito mio nipote è intervenuto – continua ancora lo zio del tifoso – Ciro è morto per difendere persone inermi e quindi riteniamo sia giusto che venga riconosciuto eroe civile”. Il credo della famiglia Esposito è che “la morte di Ciro possa significare uno stop alla violenza. Non auguriamo a nessuno di essere nelle nostre condizioni e vivere il nostro dolore. Le morti non sono mai utili, lasciano un vuoto incolmabile. Possono però servire a qualcosa e noi ci auguriamo che il sacrificio di mio nipote possa servire a voltare pagina”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico