Genova. “Nonostante la martellante campagna denigratoria di giornali e televisioni dell’ultimo mese, il M5s è entrato in Europa con 17 europarlamentari, ha già un nuovo sindaco, più di 600 nuovi consiglieri tra regionali e comunali sparsi in tutta Italia e sta per affrontare 12 ballottaggi. Un risultato catastrofico. Per i partiti. Vinciamo poi e loro lo sanno”.
Così Beppe Grillo sul suo blog dove lancia il calendario del Tour dei portavoce M5S, definiti “guerrieri”, per i ballottaggi. Poi torna ad attaccare l’informazione: “Vergogna nel mondo”.
Sono 17 i comuni capoluogo che andranno alle urne domenica prossima per il secondo turno delle Amministrative. Tre di questi sono capoluoghi di regione: si tratta di Potenza, Bari e Perugia a cui si aggiungono Bergamo, Biella, Cremona, Foggia, Livorno, Modena, Padova, Pavia, Pescara, Teramo, Terni, Verbania, Vercelli e Caltanissetta. Al voto andrà anche Urbino, che pur non essendo considerato capoluogo nel sito ufficiale delle elezioni del Viminale è uno dei centri principali della provincia di Pesaro-Urbino.
Sempre sul blog dell’ex comico si torna a parlare delle possibili alleanze in Europa. In un post i Verdi vengono accusati del tentativo di fare “shopping nel M5S”. Si citano infatti le parole della candidata alla presidenza della Commissione Ue dei Verdi, Ska Keller, sul Manifesto, facendo riferimento a un passaggio dell’intervista: “Noi abbiamo una posizione chiara come gruppo parlamentare: per noi non è immaginabile una trattativa con Grillo dal momento in cui lui così chiaramente sta discutendo con Nigel Farage per formare il gruppo a Strasburgo. Noi Verdi siamo il contrario dello Ukip. Detto questo, siamo certamente aperti al dialogo con i singoli deputati dei 5Stelle che non sono d’accordo con l’alleanza con Farage. Noi siamo aperti a incontrare persone così, non Grillo”.
E fa discutere intanto sui social network una vecchia gaffe, già segnalata da un blog alcuni mesi fa, di alcuni deputati pentastellati. In una proposta di legge del luglio 2013 contro la contraffazione agroalimentare avevano scritto: “La pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno”.
I deputati 5 Stelle e il primo firmatario della proposta, Filippo Gallinella, hanno ribadito che si tratta solo di un refuso: volevano scrivere “straniero” invece che “saraceno”. Nonostante questo in rete, con l’hashtag “#granosaraceno” è subito iniziata l’ironia ai danni della proposta di legge, con il timore di molti utenti di una “crociata contro l’insalata russa e la zuppa inglese”.