Roma. Beppe Grillo torna ad attaccare nuovamente i giornalisti.
Dalle pagine del suo blog scrive invocando: una legge che si occupi di questa malformazione congenita del giornalismo italiano: la riservatezza delle fonti, che non possono essere coperte, vanno citate nell’articolo o, in caso contrario, va fatto scattare in automatico il reato di diffamazione.
Dopo le elezioni i pennivendoli continua il leader del Movimento 5 Stelle – coloro che si vendono per scrivere e che non si guardano allo specchio per non sputarsi in faccia, hanno adottato nei confronti dell’informazione sul M5S una tattica diffamatoria che per brevità si cita come le fonti.
Secondo Grillo si tratta di notizie totalmente inventate che vengono attribuite a fantomatiche fonti. Non dirò mai nulla sulle mie fonti neanche sotto tortura dirà il pennivendolo di turno messo alle strette, Io sono un giornalista, una giornalista, serio/a, non rivelo le mie fonti.
Peccato che le notizie pubblicate siano regolarmente false e non basterebbe un altro blog per smentirle ogni giorno e dieci studi di avvocati non sarebbero sufficienti per querelare i pennivendoli/e di turno. Il giochino sta andando troppo oltre. Notizia falsa da fonti false.Le fonti a cui si abbeverano gli inchiostratori italici sono fantasie dettate dalla loro linea politica e dai loro padroni – conclude – I servi hanno le fonti, i giornalisti i fatti. In Italia ci sono le fonti separate dai fatti.