Processo Cosentino, ex presidente consorzio rifiuti si “pente”

di Redazione

 Mondragone. Giuseppe Valente, ex presidente del Consorzio di bacino Caserta 4, coinvolto nel processo Eco4 in cui è imputato Nicola Cosentino, ha accettato di collaborare con la giustizia.

La notiziaè stata confermata dalla fonti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Originario di Mondragone, Valente, attualmente libero,scelse il rito abbreviato e venne condannato dalla Corte di Appello di Napoli.

Le accuse formulate nei suoi confronti, e nei confronti degli altri imputati, furono di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, turbativa d’asta, truffa, corruzione ed abuso d’ufficio.

Grazie all’appoggio del clan Bidognetti operante sul litorale domizio nel Casertano, la Flora Ambiente dei fratelli Sergio e Michele Orsi, quest’ultimo ucciso il primo giugno del 2008, era riuscita a entrare nel business dei rifiuti diventando partner industriale del Consorzio Caserta4 e, tramite la società mista Eco4, aveva ottenuto appalti in numerosi comuni tra cui Castel Volturno e Mondragone, sbaragliando la concorrenza di un’altra azienda riconducibile a una diversa frangia della federazione casalese, ovvero l’Ecocampania di Nicola Ferraro, condannato il 20 febbraio scorso a 9 anni e quattro mesi di carcere per associazione mafiosa.

E’ quanto emerse dalla sentenza emessa il 12 marzo 2012 dalla seconda sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, collegio B, che condannò dieci esponenti di spicco della cosca di Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto e mezzanotte”, capo storico dell’omonima fazione del clan dei casalesi, in carcere al 41bis. Dodici gli anni di carcere comminati al boss detenuto, 18 al figlio Aniello. Condanne anche per Nicola Altiero (8 anni) e Claudio Bidognetti (9 anni), sette anni di reclusione per Bernardo Cirillo, Alessandro Cirillo, Francesco Di Maio e Giovanni Russo, tre anni al collaboratore di giustizia Emilio Di Caterino. Sei anni, infine, a Raffaele Bidognetti. Assolti, invece, Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista della fazione Bidognetti, arrestato nel gennaio 2009, Antonio Cecoro e le società Olodinamica ed Egea Spa poiché fallite.

Nell’inchiesta, nata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, erano finiti anche imprenditori e funzionari pubblici, le cui posizioni furono definite con il rito abbreviato conclusosi nell’agosto del 2010; tra i condannati Sergio Orsi, gli stessi Vassallo e Valente mentre l’ex funzionario del commissariato per l’emergenza rifiuti, Claudio De Biasio, ottenne la prescrizione dei reati.

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