Di Santo: “Non sono un reo confesso, ricorrero’ in Cassazione”

di Redazione

Eugenio Di SantoSant’Arpino. In una lettera aperta alla cittadinanza, il sindaco di Sant’Arpino, Eugenio Di Santo, chiarisce i motivi che lo hanno indotto a patteggiare la pena e annuncia ricorso in Cassazione.

Cari Concittadini,

Voglio innanzitutto ringraziare tutti Voi che avete continuato a nutrire stima e fiducia in me nonostante le notizie di stampa abbiano distorto profondamente la verità e le esatte dinamiche della vicenda che mi ha visto coinvolto.

Ritengo, inoltre, doveroso spiegare soprattutto a chi mi è stato accanto in un momento così difficile della mia vita personale e politica, i motivi che mi hanno indotto ad accettare una pena anche se ero inizialmente del tutto contrario ad una siffatta soluzione poiché mi ritenevo e mi ritengo assolutamente estraneo alle accuse che mi sono state rivolte.

Con riferimento poi, agli ultimi articoli di stampa e ai volantini diffusi in questi mesi, con la speranza di spegnere inutili e sterili polemiche che si stanno sviluppando, intendo precisare quanto segue:

con senso di responsabilità e in piena coscienza ho deciso di definire la mia posizione processuale con modalità previste per legge, non risultando la sentenza emessa una condanna: in sostanza negli atti non si troverà alcuna mia confessione sul fatto né specifiche ammissioni di responsabilità.

Consapevole, però, della possibilità di diverse interpretazioni che il più delle volte anche in maniera strumentale vengono propagandate, non posso esimermi dall’esercitare pienamente tutte le prerogative che l’ordinamento giuridico mi riconosce; partendo dalla possibilità di ricorrere per Cassazione per specifici aspetti di diritto fino ad arrivare ad attendere una parola definitiva da parte della magistratura sulla sussistenza o meno di cause che determinino la mia incompatibilità con la carica sindacale.

L’aver definito un procedimento con la sospensione condizionale della pena, in uno alla lettura delle disposizioni della legge 235/2012, mi impongono, proprio per il rispetto del mandato elettorale ricevuto, di acclarare in maniera non equivoca se ricorrono condizioni che possano in qualche maniera incidere sulla prosecuzione della mia attività sindacale.

Come si vede, nessuna forzatura nelle mie condotte ma solo il richiamo alle norme esistenti nel sistema, al loro concreto ed effettivo significato ed alla loro concreta applicazione.

La serenità con cui ho affrontato le fasi processuali sarà posta nelle mie future scelte la cui direzione sarà sempre orientata dalle norme e dalle garanzie che il sistema giuridico contempla.

Non ho altro da dire sulla vicenda avendo, per mia deliberata scelta, evitato di portare alla verifica di merito dei fatti i cui connotati e le cui realtà sono ben altra cosa rispetto alla loro manipolazione mediatica.

Voglio infine ricordare a quanti non hanno vergogna di affermare che io mi sarei arricchito con la politica o addirittura con le tangenti, che con la politica ci ho solo rimesso e che la mia attività politica è da sempre stata ispirata ad un principio di massima sobrietà dal punto di vista economico tanto che ho rinunciato alla mia indennità di Sindaco devolvendola ad un’associazione di volontariato a partire dalla mia prima elezione.

Eugenio Di Santo
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