Rinascita: “Di Santo non è il nostro sindaco”

di Redazione

 Sant’Arpino. Sceglie la strada della satira, unita a quella della denuncia, il movimento civico “Rinascita Santarpinese” per ribadire che “chi chiede tangenti non può governare, Eugenio Di Santo, non è il nostro sindaco”.

In un volantino, il sodalizio santarpinese aggiunge una quinta maschera alle quattro che da millenni sono le protagoniste delle celebri Fabulae Atellane. A far compagnia alle famose icone di Maccus, Buccus, Dossenus e Pappus c’è “Tangentus” (maccheronicamente: “che prende tangenti”).

Questa nuova maschera ha i tratti somatici del sindaco e viene descritta come “personaggio pubblico molto vanitoso amante di oggetti luccicosi e primo sindaco di Sant’Arpino, condannato reo confesso per aver preteso una tangente”. Rinascita Santarpinese ricorda che “lunedì 19 maggio, dopo aver confessato il reato a lui ascritto, Di Santo è stato condannato. La sospensione della pena gli consente, momentaneamente, di ritornare alla carica di sindaco. Il Ministero degli Interni, però, ha già fatto sapere che appena la sentenza sarà definitiva, il sindaco decadrà e sarà incandidabile. Ma la maggioranza fa finta di niente. Come se nulla fosse accaduto, il gruppo di ‘Alleanza Democratica’ festeggia a clacson spiegati per le vie del paese per la presunta vittoria del loro leader. Ma siamo noi a ricordarvi che Di Santo è stato condannato ed è un reo confesso. Ha dichiarato davanti ad un tribunale della Repubblica Italiana di aver commesso il reato di cui era accusato. Solo dei cavilli giuridici gli permettono di risalire momentaneamente sullo scranno di primo cittadino, calpestando la dignità dei santarpinesi onesti che non possono sentirsi rappresentati da un sindaco condannato per un reato tanto grave. Lo gridiamo e lo grideremo sempre: noi non ci stiamo. Noi non ci sentiamo rappresentati da un sindaco che chiede tangenti! Sant’Arpino è stata infangata da questa storia. Il fatto che il protagonista di questa vicenda non si sia ancora dimesso, assieme ai suoi consiglieri e assessori di maggioranza, non fa altro che continuare a gettare discredito e fango sull’intera cittadinanza. E’ il momento, quindi, di richiamare le coscienze dei santarpinesi perbene. E’ il momento di prendere posizioni nette, di gridare forte ancora una volta il nostro dissenso, la nostra contrarietà a questa modalità di fare politica, in un momento in cui anche a livello nazionale assistiamo a tanti casi di illegalità nella gestione della cosa pubblica. Chiediamo perciò ai partiti politici presenti a Sant’Arpino, alle altre opposizioni, chiediamo alle varie associazioni, a tutti quelli impegnati nel sociale, chiediamo a chiunque non voglia sentirsi rappresentato da questo modo di fare politica, chiediamo a tutti di alzare la voce, e di gridare assieme a noi che un ‘tangentista’ non può governare”.

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