Camorra, la commissione antimafia a casa dei boss Di Lauro e Schiavone

di Redazione

 Napoli. Una stradina stretta, via Cupa dell’Arco, che si apre su un cortile. Da un lato la villa che fu del boss Paolo Di Lauro, il capo della camorra di Secondigliano che negli anni 2000 scatenò la risposta armata del suo clan contro gli scissionisti che voleva gestire autonomamente il traffico di droga.

Dall’altra parte, separata da una sorta di telone di plastica alto tre metri, una villetta più piccola, abitata ancora oggi dalla moglie del boss. Qui, dopo due anni di abbandono, sorgerà a settembre la nuova sede del nucleo tutela patrimonio della polizia municipale di Napoli: “Trasferiremo qui – spiega il comandante della polizia municipale di Napoli, Ciro Esposito – l’unità operativa che gestisce i beni di proprietà del Comune, comprese le case che vengono assegnate ai cittadini. In particolare verrà qui la sede che ora è in piazza Cavour e conta circa dieci addetti. Poi col tempo magari potremo mettere altre attività collaterali nella villa, visto che lo spazio c’è. Siamo in una zona di Napoli in cui ci sono anche molte case pubbliche abusivamente occupate e questo richiede la nostra presenza: avere una struttura sul posto significa dare una risposta forte alla cittadinanza”.

La villa è su due livelli, più il terrazzo che domina tutto il quartiere e guarda al Vesuvio. Al suo interno sono perfettamente conservati i lampadari, le mattonelle preziose, i bagni con tanto di vasca idromassaggio circolare. Nelle stanze c’è stata oggi la visita del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi: “Siamo in un’opera ancora incompiuta – ha spiegato – che sta compiendo un percorso di cui vogliamo anche noi far parte, perchè il progetto di portare qui la polizia municipale è particolarmente significativo”. Al suo fianco alcuni membri della commissione bicamerale, tra cui Marco Di Lello (Psi), Massimiliano Manfredi e Rosaria Capacchione (Pd) e Peppe De Cristofaro (Sel).

Altra tappa nel Casertano, a Casal di Principe, nella casache fu di Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, già da tempo sede dell’associazione “La Forza del Silenzio”.

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A organizzare la visita Antonio Amato, consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione regionale Beni Confiscati che denuncia come la legge regionale sui beni confiscati sia rimasta solo sulla carta: “A fronte dell’inerzia istituzionale – spiega Amato – abbiamo deciso, con i promotori del Festival dell’Impegno Civile, di festeggiare i due anni di mancata applicazione della legge regionale sui beni confiscati”.

Uno stimolo raccolto dall’assessore regionale Pasquale Sommese che ricorda “le tante iniziative in campo da parte della Regione anche con la Fondazione Polis per le vittime della criminalità organizzata” e sottolinea come sulla piena applicazione della legge regionale: “i ritardi ci sono e ci sono ancora ostacoli da superare. Lavoriamo tutti insieme e recuperiamo”.

L’iniziativa fa parte della settima edizione del Festival dell’Impegno Civile che porta eventi legati a beni confiscati in oltre venti località della Campania.

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