Napoli. Giuseppe Setola entrò nel locale “Aramacao” del Lago D’Averno, nella zona dei Campi Flegrei, con il cappello da cowboy e un carrello della spesa colmo di armi.
Depose il kalashnikov sul tavolo in legno e mentre mangiava un’aragosta chiese 120 mila euro di pizzo ai fratelli Biagio e Franco Passarelli, i figli del patron dell’industria dello zucchero, Dante, morto nel 2004, accusato di rapporti con gli Schiavone. Era il 2008 e il capo dell’ala stragista del clan dei casalesi era ricercato in tutta Italia per aver commesso 18 omicidi.
Oggi l’ex superlatitante, recluso al 41 bis nel carcere di Milano-Opera, è stato condannato per estorsione ai Passarelli a 15 anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dai giudici di Napoli – presidente Loredana Acierno – al termine di un lungo processo durante il quale il boss ha minacciato più volte il pm dell’Antimafia, Cesare Sirignano, che rappresentava l’accusa in udienza. Il gruppo Setola, per convincere i Passarelli a pagare, sparò al supermarket di Villa Literno di proprietà dei due fratelli.
Accolte, dunque, le richieste del magistrato avanzate al collegio dei giudici. Con Setola, sono stati condannati anche Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo, il pentito Oreste Spagnuolo e Carmine Natale. Assolti Emilio Di Caterino ed Emilio Natale.
Proprio ieri i fratelli Passarelli sono stati condannati a sei anni e mezzo di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza è stata emessa poco fa dal gup Tommaso Miranda, che ha disposto la confisca delle aziende dei due fratelli tra cui Commerciale Europa e Ipam. Assolta Susanna Cantelli, moglie di Franco, che era accusata di furto di zucchero. Il pm Luigi Landolfi aveva chiesto nove anni per i fratelli Passarelli e quattro per la Cantelli.