Carinaro. Si era impegnato a rispettare un periodo di silenzio dopo le elezioni amministrative, contando su un accantonamento definitivo delle polemiche elettorali ed auspicando unintensa e feconda attività della nuova amministrazione comunale targata DellAprovitola.
E, invece, lex sindaco Mario Masi, a pochi mesi trascorsi dal voto, ritiene che i primi atti della nuova giunta comunale costituiscano un processo alle passate amministrazioni di cui il sindaco Annamaria DellAprovitola e i suoi compagni di viaggio hanno fatto parte.
Da qui la decisione di scrivere una lettera aperta al sindaco, pubblicata anche attraverso manifesti pubblici. Lattenzione dellex primo cittadino è puntata sul monitoraggio degliopifici presenti nella zona industriale Asi e, in particolare, sulla delibera di giunta numero 75 dello scorso 1 luglio che, a parere di Masi, nel liberalizzare qualunque insediamento di industrie insalubri a Carinaro, mette a rischio la salute dei cittadini, anche per la completa assenza di ogni forma di controllo, da parte del Comune, sugli insediamenti che ospitiamo sul territorio.
La Giunta da me presieduta, ricorda Masi sotto la spinta dell’assessore all’Ambiente, Sebastiano Moretti, attentissimo alle questioni ambientali e sempre sensibile al corretto uso del territorio, ed anche col voto favorevole dellattuale sindaco, aveva approvato due deliberazioni per limitare e controllare l’insediamento di nuove industrie insalubri nellarea Asi di Carinaro. Nel contempo, come DellAprovitola ricorderà, stipulammo una convenzione con la Seconda Università degli Studi di Napoli per monitorare lo stato di salute del nostro territorio industriale (aria, acqua, sottosuolo, scarichi industriali, materie impiegate nel ciclo produttivo dalle varie aziende). E poiché per fare questo studio occorrevano due-tre anni, decidemmo di limitare le autorizzazioni ad un periodo di tre anni.
Dei provvedimenti che, ricorda ancora Masi, nascevano dalla consapevolezza che la nostra area industriale per molti anni era stata coinvolta da numerosi insediamenti insalubri che avevano reso il nostro territorio estremamente fragile dal punto di vista ambientale.
E se a tutto ciò, sottolinea lex sindaco, aggiungiamo che le puzze ed i maleodoranti miasmi che da quelle zone provengono giorno e notte stanno allarmando tutti i cittadini – don Maurizio Patriciello e lo stesso locale comitato della Terra dei Fuochi si sono attivati in tal senso – si comprenderà che i provvedimenti da noi adottati erano indispensabili e non più rinviabili.
Con la delibera che liberalizza gli insediamenti industriale, invece, secondo Masi si dà la possibilità al consorzio Asi di Caserta di disporre del territorio di Carinaro a suo piacimento. Per lex primo cittadino non cè alcuna ragione di carattere economico che giustifica la liberalizzazione degli insediamenti di industrie insalubri sul nostro territorio, che vengono ad aggravare una situazione già precaria e gravida di rischi.
Carinaro prosegue Masi già ospita un’attività a rischio incidente rilevante (lAversana Petroli) che, proprio nei giorni scorsi, a causa di un devastante incendio verificatosi nelle sue vicinanze, ha destato preoccupazione e paura. Anche in questa direzione la nostra giunta era stata lungimirante, vietando qualunque ampliamento di tale attività.
A questo punto, Masi si chiede, e chiede a DellAprovitola, perché, invece di liberalizzare questi insediamenti, la giunta non si è attivata per far partire le attività di studio e di monitoraggio commissionate alla Sun? E’ ampiamente noto come la legge sugli Enti locali richiami le responsabilità del sindaco sia per il dovere assicurare la salute dei cittadini, diritto garantito dall’articolo 12 della Costituzione, e sia per l’obbligo di dare attuazione agli atti della giunta e del Consiglio.
Oggi, in qualità di semplice cittadino, Masi invita il sindaco a revocare la delibera e a consentire solo insediamenti industriali sicuri, soprattutto quelli che non aggravano ulteriormente la già critica situazione ambientale. Anche perché non risulta che ad oggi sia stata avviata unazione giudiziaria contro il Comune per la decisione adottata dalla precedente giunta Masi. Un rischio, quello di subire un ricorso al Tar, che, tuttavia, per lex sindaco è relativo: sia perché il Comune ne uscirebbe sicuramente vittorioso, ma soprattutto perché vale meno della salute dei cittadini, tenendo conto della situazione ambientale già compromessa.