Gaza. E’ già finita la fragile tregua unilaterale di Israele nella Striscia di Gaza. Tel Aviv aveva detto sì alla proposta egiziana di cessate il fuoco, mentre era arrivato il no di Hamas, che ha scelto di proseguire le ostilità.
Dopo l’iniziativa egiziana, le brigate Ezzedine al Qassam, braccio armato del movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza, avevano rifiutato la tregua, minacciando anzi di “intensificare” i lanci di razzi contro Israele. “Nessuno, sia in veste ufficiale sia ufficiosa, ci ha contattati riguardo al cessate il fuoco del quale parlano i media, ma se il contenuto di questa proposta fosse ciò di cui già sappiamo, essa rappresenterebbe una resa e la respingiamo”, hanno affermato in una nota.
Dal canto suo, il governo israeliano Benyamin Netanyahu, dopo aver esaminato la proposta, aveva comunicato di accettarla, ma in seguito al no di Hamas ha successivamente aggiunto: “Israele è oggetto di un terrorismo mediante razzi. Se il fuoco continuerà, inasprireremo le nostre operazioni, col sostegno di elementi responsabili nella comunità internazionale”.
E così dopo che 47 razzi sono stati sparati da Gaza verso il territorio israeliano, l’aviazione militare israeliana, dopo alcune ore di sospensione delle operazioni, ha ripreso i raid nella Striscia di Gaza. In seguito ai ripetuti lanci di missili Netanyahu ha ordinato alle forze armate “di agire con forza contro obiettivi terroristici a Gaza”.
Nella ripresa delle ostilità si registra anche la prima vittima israeliana. Si tratta di un civile rimasto ucciso oggi al valico di Erez (fra Israele e Gaza) da un colpo di mortaio sparato dalla Striscia. Intanto, sale a 195 il numero complessivo dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza in 8 giorni raid. I feriti sono stimati in 1400 circa.
Era stato l’Egitto a lanciare nella serata di lunedì 14 luglio la proposta di una tregua a partire dalle 8 di martedì, con la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri e la disponibilità ad accogliere, entro 48 ore dalla tregua, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati. Una proposta che era stata promossa anche dal presidente dell’Anp Abu Mazen, che aveva lanciato un appello “a tutte le parti” affinché assecondassero gli sforzi egiziani, nell’intento di risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese e “nel supremo interesse nazionale”.
“Nessun paese può accettare dei razzi lanciati alla cieca sui civili. Siamo stati molto chiari: Israele ha il diritto di difendersi contro quelli che consideriamo attacchi inaccettabili da parte di Hamas”, ha detto il presidente Usa. “Allo stesso tempo – ha aggiunto Obama – la morte ed il ferimento di civili palestinesi sono una tragedia: per questo sottolineiamo la necessità di proteggere i civili, chiunque siano ed ovunque vivano”. “Siamo incoraggiati dal fatto che l’Egitto abbia avanzato questa proposta per raggiungere tale obiettivo”, ha concluso il presidente americano.