Abuja. 63 ragazze delle 68 sequestrate a giugno da miliziani jihadisti di Boko Haram a Kummabza, nel nord-est della Nigeria, sarebbero riuscite a scappare.
La notizia è stata confermata da una fonte della sicurezza locale, secondo la quale le giovani sono fuggite venerdì mentre gli estremisti si erano assentati per condurre un’operazione in un villaggio. Abbas Gava, uno dei vigilanti volontari che collaborano contro la setta ultra-radicale islamica con le forze di sicurezza governative, ha raccontato ai giornalisti di aver ricevuto una segnalazione dai miei colleghi che circa 63 donne e ragazze rapite sono riuscite a tornare a casa. E ha aggiunto: Hanno compiuto una mossa tanto coraggiosa quando i loro sequestratori si sono allontanati per un’operazione militare”.
Dovrebbe trattarsi dell’attacco sferrato due giorni fa dai guerriglieri a una caserma e a un commissariato nel capoluogo distrettuale, Damboa, in cui avrebbero perso la vita 53 assalitori e sei soldati.
Altre 276 studentesse furono rapite ad aprile dai Boko Haram a Chibok, sempre nella Nigeria nord-orientale. Di queste ne restano ancora prigioniere 219, soltanto 57 loro compagne nel frattempo sono potute fuggire. Domenica gli attivisti del gruppo ‘Bring Back Our Girls’ avevano cercato di marciare sul Palazzo Presidenziale nella capitale Abuja per reclamare dal governo maggiore impegno per liberare le giovani in ostaggio, che i rapitori intenderebbero vendere al mercato come schiave.
“Sono 83 giorni che le ragazze sono state catturate”, ha spiegato una rappresentante dei manifestanti, Aisha Yesufu, “ed è da 68 che ci stiamo dando da fare quotidianamente, ma nessuno finora ci ha davvero prestato ascolto”. Gli agenti di guardia hanno però invitato i dimostranti a tornare indietro e la protesta si è conclusa senza particolari incidenti.