Bruxelles. Un piano per la crescita e l’occupazione in Europa del valore di 300 miliardi di euro in tre anni.
Con questa proposta Jean Claude Juncker affronta il voto del Parlamento Europeo, che sancisce la sua nomina a presidente della Commissione europea al posto di Jose Manuel Barroso: l’atteso via libera è arrivato con 422 voti a favore, 250 contrari. La maggioranza richiesta era di 376 sì.
Dopo l’elezione di Juncker ora andrà formata la commissione, la cui composizione sarà decisa nel prossimo mese di agosto. Juncker si è augurato che i paesi candidino “molte donne”. Mi lascero’ ispirare dalla procedura indicata dall’allora presidente Romano Prodi nel 1999, che aveva chiesto ai capi di governo di candidare molte donne”. “Se ci saranno solo 4 donne come pare ora, la Commissione non avra’ la maggioranza in Parlamento”, ha aggiunto a tal proposito il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz.
Nel discorso in Aula Juncker afferma che la sua prima priorità” è “rafforzare la competitività e stimolare gli investimenti” quindi “nei primi tre mesi” presenterà un “ambizioso pacchetto per lavoro, crescita e investimenti” che attraverso la Bei ed il bilancio europeo “mobilizzerà fino a 300 miliardi in tre anni”.
Ma Juncker avverte anche che i bilanci nazionali per la crescita e gli investimenti “devono rispettare il Patto di Stabilità e Crescita, facendo il miglior uso della flessibilità già presenti nelle sue regole”. Per quanto riguarda eventuali allargamenti, il lussemburghese spiega che gli “attuali negoziati” per l’allargamento della Ue “continueranno”, in particolare per i Balcani occidentali “che hanno bisogno di una prospettiva europea”, “ma non ci sarà alcun ulteriore allargamento nei prossimi cinque anni”.
La nomina di Juncker arriva il giorno dopo la prima audizione di Mario Draghi di fronte ai nuovo parlamento. Il presidente della Bce ha puntato nuovamente il dito sulla necessità delle riforme, la vita per portare l’Eurozona fuori dalla crisi, e ha invitato a muoversi con prudenza sul tema della flessibilità. E’ limitato pensare che sia l’unico modo per far ripartire la crescita” spiega, e ammonisce: bisogna fare “grande attenzione” a “non annacquare” il Patto di Stabilità e le norme di governance contenute nel 6-pack e nel 2-pack altrimenti si diventa “poco credibili”.