Italicum, Renzi apre alle preferenze

di Gianfranco Fabozzo

 Roma. L’emendamento alle riforme passato col voto segreto. Non è il remake dei 101 (riferendosi ai franchi tiratori di Prodi) ma nel merito lascia l’amaro in bocca: ci possono essere dissensi, ma viene scritta pagina non positiva” quando ci si nasconde dietro il voto segreto.

Così il premier Matteo Renzi, nel suo intervento alla direzione del Pd, parla della battuta di arresto di questa mattina al Senato, quando il governo è stato battuto sull’emendamento 1.1979 presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani.

“L’idea che le riforme si facciano tutti incappucciati di nascosto col voto segreto perché non si ha il coraggio di dire le cose, non funziona” attacca Renzi. Ma osserva: la bocciatura dell’emendamento sulle riforme “non è vicenda tutta interna al Pd anzi oggi scommetterei che sono stati altri” a votare contro il governo nel voto segreto.

Spazio anche a un ringraziamento: “Il lavoro al Senato richiede una gratitudine e un plauso vero ai senatori. Ringrazio uno per tutti, Sergio Zavoli”, la sua presenza è “dimostrazione di serietà e di impegno”. Poi continua: “I senatori che in questo momento stanno votando quella riforma costituzionale in questo clima sono doppiamente meritevoli di un abbraccio: non è cosa di tutti i giorni fare una riforma costituzionale in quel modo”.

Parlando di riforme, il premier ha osservato: “Noi abbiamo avuto e avremo uno stile che non è evitare il canguro, ma la lumaca. Quando Chiti si è alzato al Senato per proporre un compromesso il Pd ha detto ok, purché si possa avere un clima più disteso. Sono stati altri a respingere al mittente la proposta”.

E sulle riforme sottolinea: “Stiamo mettendo fine a anni di bicameralismo perfetto che persino nella costituente fu visto come un limite. La riforma del Senato è straordinariamente importante e storica”. Poi assicura: “Siamo impegnati come Pd a fare tutte” le riforme che saranno incluse nel programma dei mille giorni “e su questo non molliamo di mezzo centimetro”.

Sull’Italicum Renzi annuncia che chiederà “un mandato alla direzione, sulla necessità di apportare all’accordo alcune modifiche”. In particolare: “Qualora ce ne fosse la possibilità, davanti all’ipotesi di introdurre le preferenze credo che il Pd dovrebbe tornare indietro rispetto alla posizione che ha tenuto fin qui”.

Al Senato, inoltre, per Renzi bisogna “cercare di alzare un po’ la soglia per il premio di maggioranza”. E sul patto del Nazareno: “E’ un atto parlamentare, può piacere o no, si può cambiare o no”. I correttivi all’Italicum, sottolinea Renzi, si possono fare ma “lavorando insieme ai contraenti del Patto”. “Sono convinto, certo e sicuro – aggiunge -che l’Italia è nelle condizioni di guidare la ripresa dell’Europa. Ma questo processo o lo fa il Pd non lo fa nessuno. Il punto centrale oggi in Europa è che deve ragionare di crescita economica non perché serve all’Italia o alla Francia ma perché è l’unica zona nel mondo che continua ad avere performance di crescita incredibilmente negative. Non è il decimale in più o in meno con cui cresce il singolo Paese ma affermare un modello nuovo di politica economica serve all’Europa, non all’Italia”.

Sulla situazione in Medioriente per il premier “c’è un’unica carta che oggi va giocata, è la proposta egiziana” di cessate il fuoco, “su cui dobbiamo insistere e investire”. Sabato Renzi si recherà al Cairo. “Restare in Libia significa tentare di avere un ruolo su alcune delle questioni geopolitiche più importanti dei prossimi anni, pace, sicurezza e immigrazione” afferma il presidente del Consiglio ricordando come in Libia “siamo rimasti noi e gli inglesi come Ambasciata”.

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