Libia, tecnico italiano rapito: liberati i due colleghi

di Redazione

 Tripoli. Un tecnico italiano, Marco Vallisa, 53 anni, originario di Cadeo, nel Piacentino, dell’impresa italiana “Piacentini Costruzioni”, è stato rapito sabato 5 luglio in Libia. Lo conferma la Farnesina.

E’scomparso nell’ovest della Paese insieme a due colleghi, il macedone Emilio Gafuri e il bosniaco Petar Matic.Questi ultimi due, però, sono stati liberati, mentre Vallisa resta in mano ai sequestratori.

I tre sono stati visti l’ultima volta a Zuwara, città costiera nella parte occidentale della Libia, nota per il traffico illegale di immigrati e dalle cui coste tentano di emigrare migliaia di clandestini verso l’Europa.

“Abbiamo provato numerose volte a contattarli ma i cellulari risultavano prima irraggiungibili poi spenti”, riferisce un collega a Tripoli. La ditta del modenese sta attualmente lavorando alla ricostruzione e all’ammodernamento del porto di Zuwara per un importo che si aggira intorno ai 37 milioni di euro.

Sale a 4 il numero di italiani rapiti nel mondo. Oltre a Vallisa, non si hanno notizie di Gianluca Salviati, tecnico della “Enrico Ravanelli” scomparso nella città orientale di Tobruq, di Giovanni Lo Porto, sparito da tre anni in Pakistan, e di Padre Dall’Oglio, in Siria.

Militari italiani al riparto. Intanto, sempre dalla Libia, arriva la notizia chei 28 militari italiani che si trovano nel Paese per addestrare le forze locali sono stati portati “per misura precauzionale” nell’ambasciata italiana a Tripoli. Lo si apprende da fonti della Difesa. Metà di loro farà rientro martedì in Italia, si apprende dalla stessa fonte. La misura precauzionale è stata messa in atto a fronte degli scontri tra le forze di sicurezza e le milizie del quartiere di Janzur in corso da domenica sera a Tripoli.

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