Roma. Via libera della Camera all’arresto dell’ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan, esponente di Forza Italia, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e altri reati legati alla realizzazione del Mose, il sistema anti-marea di Venezia.
395 i favorevoli,138 i contrari nell’aula di Montecitorio, dove i deputati di Forza Italia hanno chiesto, ottenendolo dalla presidenteLaura Boldrini, di votare a scrutinio segreto. A dare il via libera alla richiesta del Gip del tribunale veneziano sono stati Pd, Scelta civica, Pi, M5S, Sel e Lega Nord, che hanno “promosso” la relazione della Giunta per le autorizzazioni, favorevole all’arresto. A nulla è valso il voto segreto e neppure il tentativo di rinvio del voto da parte di Forza Italia e sostenuto anche da Ncd, Pi e Misto, a causa dell’assenza di Galan dall’aula per motivi di salute.
L’inchiesta, che ha portato all’arresto di 35 persone, riguarda la presunta costituzione di fondi neri per finanziare esponenti e partiti politici e a corrompere funzionari pubblici. Galan – accusato di aver ricevuto fondi illeciti per almeno 800mila euro dal Consorzio Venezia Nuova-si sempre è detto “totalmente estraneo ai fatti” che gli vengono contestati. I suoi avvocati, appena conclusa la votazione alla Camera, hanno annunciato che presenteranno una richiesta di arresti domiciliari. Mentre la scelta di non rinviare ancora il voto sull’arresto di Galan è stata definita “una barbarie” da Forza Italia.
“Sono incazzato e sapete benissimo con chi”, ha detto Galan uscendo in carrozzina dallospedale di Este, dove è stato ricoverato per una decina di giorni. È quindi salito su unambulanza che si è allontanata forse diretta verso casa a Cinto Euganeo, poi ha chiamato i carabinieri, per capire cosa succederà. Galan, si apprende da fonti a lui vicine, è “imbestialito ed incredulo” di fronte alla decisione dei medici dellospedale di dimetterlo, provvedimento – assicurano le stesse fonti – che non aveva in alcun modo preventivato.