Ragusa. Un barcone lungo poco più di venti metri, senza alcuna copertura, colorato tutto di blu e con una striscia nera che lo attraversa da prua e poppa.
E’ il peschereccio della morte recuperato dalla nave Grecale nel Canale di Sicilia. A bordo almeno 30 morti, migranti rimasti intrappolati nella sala motori, schiacciati da altri passeggeri, e che hanno respirato il monossido di carbonio emesso dalle macchine.
L’imbarcazione trainata da una motovedetta della Guardia Costiera è arrivata nel porto di Pozzallo. La botola che dà accesso alla stiva in cui i profughi hanno trovato una fine orribile è troppo stretta, poco di più un metro per un metro. A bordo sono perciò saliti i vigili del fuoco, che armati di motoseghe si sono messi al lavoro per praticare una più ampia apertura sul ponte in legno del barcone. Agghiaccianti le immagini all’interno della stiva. Una scena terribile: tra i corpi ammassati anche quelli di alcuni bambini.
Intanto, la polizia giudiziaria di Ragusa ha individuato due soggetti ritenuti gli scafisti del barcone sul quale una trentina di immigrati sono morti asfissiati nella stiva. Gli investigatori hanno raggiunto la nave in mare per avviare immediatamente le indagini. Al momento sono già stati raccolti importanti elementi di prova che sono al vaglio della procura di Ragusa.
Gli immigrati ascoltati finora raccontano di violenze dei trafficanti libici nei loro confronti ed in particolare contro gli uomini africani. Tra lacrime e disperazione sono state raccolte le deposizioni degli amici delle vittime, e anche di qualche loro parente: “Abbiamo provato a salvarli appena ci siamo resi conto, abbiamo fatto di tutto ma purtroppo era tardi, sembrava dormissero”.
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“E’ stata tutta colpa loro, ci hanno messo li dentro come le bestie e non potevamo neanche uscire perché sopra era tutto pieno, non ci potevamo muovere”, ha accusato uno dei profughi. Abbiamo chiesto di tornare indietro perché eravamo troppi e rischiavamo ma non c’è stato nulla da fare, ci hanno detto ormai siete qui e dobbiamo arrivare in Italia”, ha riferito un altro dei 566 superstiti.
“Accatastati l’uno sull’altro, come all’interno di una fossa comune, che ricorda Auschwitz”. E’ la prima impressione del capo della squadra mobile della questura di Ragusa, Antonino Ciavola, dopo avere osservato da vicino i corpi dei migranti all’intero del peschereccio.
Il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, sta seguendo in prima persona il fascicolo di indagine a carico dei due presunti scafisti del peschereccio, arrivato intorno alle 15 a Pozzallo, sul quale sono morte una trentina di persone. Secondo quanto si apprende, in questo momento, si ipotizza il reato di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Solo dopo le autopsie il procuratore deciderà se contestare anche il reato di morte come conseguenza di un altro reato o addirittura l’omicidio volontario.
Circa 350 persone ospitate nei centri del Ragusano verranno trasferite a bordo di voli charter in partenza dall’aeroporto di Comiso, in modo da fare spazio per i 566 stranieri appena sbarcati. La polizia scientifica e l’ufficio Immigrazione hanno già identificato 300 persone e stanno continuando l’attività di identificazione mediante il rilevamento delle impronte digitali, operazioni necessarie prima di procedere al trasferimento.
“Abbiamo trovato una soluzione dignitosa per queste vittime. Le ‘ospiteremo’ in una cella frigorifera unica, quella della Protezione civile di Ragusa. Se poi fossero piùdi trenta, ricorreremo a quelle messe a disposizione dai sindaci dei Comuni vicini di come Modica, Vittoria e Scicli dopo il mio appello fatto ieri”. Lo afferma il sindaco di Pozzallo Luigi Ammatuna, che al porto sta seguendo le difficoltose operazioni di recupero della salme dal vano ghiaccio del ‘peschereccio della morte’.
In serata è entrata nel porto di Pozzallo nave Grecale, l’imbarcazione della Marina Militare con a bordo 566 migranti che era rimasta in rada dopo aver trainato il peschereccio con a bordo una trentina di extracomunitari morti. Su nave Grecale ci sono 566 persone, compresi 246 migranti che erano sul peschereccio. Altri 353 extracomunitari che erano sul ‘barcone della morte’ sono arrivati ieri con nave Chimera.