Roma. “C’è chi vuole bloccare tutto. E c’è chi vuole cambiare, iniziando da se stesso. Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell’Italia. Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo”.
Così Matteo Renzi in una lettera ai senatori affronta il tema della riforma costituzionale in esame a Palazzo Madama e esorta: “I giorni che abbiamo davanti non possono essere buttati via”. “La modifica costituzionale di cui state discutendo – continua Renzi – supera il bicameralismo perfetto, semplifica il processo legislativo, riequilibra il rapporto Stato Regioni, abolisce il Cnel, disegna uno Stato più efficace e semplice”. “Una rivoluzione del buon senso – spiega – in linea con le principali esperienze costituzionali europee. Si può essere d’accordo o meno con questa riforma: definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà”.
Le parole di Renzi arrivano mentre si apre una settimana cruciale per il ddl costituzionale. Il governo vuole chiudere entro l’8 agosto. E, per portare a casa il risultato, il presidente del Consiglio non esclude un giro di incontri con i leader di partiti di maggioranza e opposizione, a partire da Silvio Berlusconi, che potrebbe vedere nei prossimi giorni, forse già mercoledì.
Sembra escludere però la via del confronto il leader M5S Beppe Grillo, a Roma per incontrare i parlamentari del suo Movimento. “Ma con chi dobbiamo confrontarci, con Renzi che è un fantasma di interlocutore politico?” ha detto Grillo ai giornalisti che gli chiedevano qual è la situazione del “dialogo sulle riforme con la maggioranza”. Sulle riforme “faremo guerriglie democratiche” ha inoltre annunciato Grillo.
Secondo il calendario approvato dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, l’aula tornerà a discuterne dopo l’approvazione del decreto cultura, quindi a partire da martedì con sedute-fiume, dal mattino a mezzanotte, tutti i giorni, week-end compresi. Una maratona che sulla carta, in base ai tempi contingentati decisi per fiaccare l’ostruzionismo, prevede 115 ore complessive, di cui 80 ore dedicate alle votazioni (gli emendamenti sono circa 7.800).
I referendum, l’allargamento della platea di elezione del presidente della Repubblica, l’immunità per i nuovi senatori e anche la riduzione dei deputati i nodi da sciogliere. Il punto più spinoso resta comunque l’elettività del Senato, su cui il governo non è disposto a trattare. E allora il Mattinale di Forza Italiapropone il “lodo Berlusconi: promozione a senatori dei consiglieri regionali più votati, con più consenso”.