Roma. “Il governo è disponibile ad approfondire nel merito alcuni punti, ma non soggiacendo al ricatto di 7.800 emendamenti. Se ci sarà un sostanzioso taglio, noi siamo disponibili”.
A dirlo il ministro Maria Elena Boschi al termine della capigruppo del Senato convocata dal presidente Grasso per cercare di trovare una soluzione all’ostruzionismo che sta rallentando il cammino delle riforme al Senato.
“Il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo”, aveva ribadito il ministro per le Riforme in precedenza, bocciando un rinvio a settembre dell’approvazione.
Il senatore Ncd Maurizio Sacconi poi, a margine della capigruppo, ha adombrato la possibilità di ricorrere alla cosiddetta tagliola. “O vengono ridotti drasticamente gli emendamenti entro il nove agosto – ha detto Sacconi – o viene utilizzato l’articolo 55 del regolamento che regola i tempi di discussioni. In ogni caso la maggioranza è determinato a ottenere il voto sul ddl prima della pausa estiva”.
Per il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, che sostiene la riforma del Senato con la maggioranza, “usare la tagliola vuol dire eliminare qualsiasi dibattito e non affrontare nessun argomento”. “Penso sia la strada sbagliata”, dice perciò Roma, che critica allo stesso modo l’ostruzionismo delle oppisizioni”.
Dopo le sole tre votazioni in unintera giornata di ieri, i lavori a Palazzo Madama sono ricominciati intorno alle 9.30 per continuare le votazioni sugli emendamenti al ddl Boschi. Poco dopo, però, cè stata una prima interruzione. Quando la seduta è ripresa, ci sono stati un paio di voti.
Ma i senatori delle opposizioni, M5S in primis, non hanno smesso di fare ostruzionismo utilizzando ogni appiglio offerto dal regolamento. Oltre alle dichiarazioni di voto su ogni emendamento (10 minuti a testa), molti 5 stelle sono intervenuti in dissenso o per chiedere chiarimenti sulla richiesta della votazione elettronica o su altro.
A quel punto i lavori sono stati sospesi ancora una volta ed è stata convocata durgenza la capigruppo. Grasso ha accolto, così, la richiesta del presidente dei deputati del Pd Luigi Zanda, che era stato molto critico sulla lentezza delle votazioni sugli emendamenti: Siamo qui da un’ora e mezza e sono stati votati cinque emendamenti. Ieri abbiamo fatto appello perché venissero ridotti gli emendamenti. Molti di questi possono essere riassunti e trattati senza dilungarci in successive discussioni”.
Ieri il premier Renzi si era detto ottimista sullapprovazione del ddl riforme. Possono rallentarci, ma non fermarci, aveva commentato. E sulla questione era intervenuto anche Giorgio Napolitano che, in un colloquio con Grasso, avrebbe insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell’istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale.