Iraq, Onu: “In atto pulizia etnica e religiosa”. Siria apre a Usa

di Redazione

 Baghdad. L’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha accusato l’Isis di compiere una “pulizia etnica e religiosa” in Iraq ed ha chiesto di giudicare i responsabili di eventuali crimini contro l’umanità.

“Gravi e orribili violazioni dei diritti umani sono compiute ogni giorno”, ha aggiunto Pillay. Le sue dichiarazioni arrivano poche ore dopo la diffusione della lettera di Papa Francesco: “Preghiamo per la fine della violenza insensata e per un’alba di pace e riconciliazione tra tutti i membri della famiglia umana”, scrive il pontefice in un messaggio inviato ai partecipanti alla Messa che si è tenuta in New Hampshire per ricordare James Foley, il giornalista Usa ucciso brutalmente in Iraq dai jihadisti dello Stato Islamico. Nel suo messaggio, letto alla fine della Messa e riportato da Radio Vaticana, Francesco si unisce al dolore dei familiari, amici e colleghi del reporter Usa, assicurando la sua preghiera e vicinanza spirituale.

Intanto, la Siria si dice pronta a collaborare alla lotta contro il terrorismo, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri, Walid al Muallim, citato dall’agenzia ufficiale Sana. In particolare, la Siria sarebbe d’accordo con azioni militari, “anche della Gran Bretagna e degli Usa” sul proprio territorio contro l’Isis, ma solo con “un pieno coordinamento con il governo siriano”.

Muallim ha anche assicurato, facendo riferimento al fallito blitz delle forze speciali Usa per liberare il giornalista James Foley, “che se ci fosse stato un coordinamento tra gli Usa e il governo siriano, l’operazione non sarebbe fallita”.

E in Iraq si continua a combattere. Forze curde che combattono lo Stato islamico hanno riguadagnato alcune posizioni, grazie al sostegno dell’aviazione irachena e di quella statunitense, che nelle ore scorse ha messo in atto due raid.

I peshmerga sono riusciti a riconquistare tre villaggi nell’area di Jalawla, nella provincia di Dyala e a riprendere il controllo di diverse arterie stradali cruciali. La stessa città di Jalawla, ha riferito una fonte militare curda, è sigillata in tutti gli ingressi da soldati curdi, che da settimane cercano di strapparla all’Isis. Quest’ultimo ha lanciato un assalto contro la turcomanna Tuz Khurmatu, che è stato respinto.

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