Roma. “In politica come nell’informazione la forma è sostanza e le parole non sono mai neutre”. Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, su Facebook, all’indomani delle polemiche sull’uso del termine ‘vu cumpra” da parte del ministro dell’Interno,Angelino Alfano.
La terza carica dello Stato, pur non facendo mai il nome del titolare del Viminale, punta i riflettori sul ruolo che hanno i media e i politici nel formare l’opinione pubblica: “Usare un termine anziché un altro non è un dettaglio”. E ricorda che proprio da questo assunto è nato il lavoro che ha portato alla nascita della Carta di Roma, il protocollo per un’informazione corretta su migranti e rifugiati.
La polemica è nata dopo le parole usate dal ministro Alfano per illustrare l’operazione ‘Spiagge sicure’ per la lotta al mercato del falso. “Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumpra’, dobbiamo radere al suolo la contraffazione” ha detto Alfano illustrando la direttiva con cui chiede a prefetti e questori di rafforzare i controlli contro l’abusivismo sulle spiagge. Parole che hanno scatenato il dibattito in Rete e nei palazzi della politica.
Tra gli interventi in polemica col ministro c’è anche quello dell’europarlamentare ed ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, che ribadisce che “chi riveste una carica istituzionale deve rendersi conto che è un educatore, stare attento a quello che dice”. Quelle di Alfano, dice, sono “parole intollerabili anche al bar”. E aggiunge: il caso di Alfano “è ancora più grave” di quello di Tavecchio.
“Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di ‘vu cumprà’, dobbiamo radere al suolo la contraffazione”, ha detto Alfano, presentando la direttiva con cui chiede a prefetti e questori di rafforzare i controlli contro l’abusivismo sulle spiagge e attacca le migliaia di migranti che riempiono litorali e piazze delle città con milioni di prodotti falsi.
Caso “Vu Cumprà”, a Napoli i cittadini sono divisi su iniziativa di Alfano |
Il provvedimento è datato 8 agosto: nelle prossime 48 ore i prefetti convocheranno i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica per impartire alla Gdf e alle altre forze dell’ordine l’input arrivato dal Viminale per restituire, dice il ministro, la “serenità agli italiani in ferie”.
Che la contraffazione sia un problema che mina seriamente l’economia italiana non è certo una novità e anche gli ultimi dati lo confermano: dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2014 sono complessivamente oltre 87,5 milioni i prodotti contraffatti sequestrati. Di questi, quasi un terzo (25,5 milioni) riguardano i settori del tessile e dell’abbigliamento; 16,5 milioni sono invece i giocattoli, 8,7 milioni i prodotti di elettronica, informatica e audiovideo, 6,3 milioni i farmaci. Nello stesso periodo sono state eseguite 69.045 operazioni anti-contraffazione che hanno portato a 25.832 sanzioni amministrative, 12.521 denunce e 655 arresti.
Numeri che il comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, conosce bene, visto che le Fiamme Gialle sono in prima linea. “Dedichiamo grandi energie a questa battaglia – sottolinea – e daremo completa attuazione a questa direttiva in piena sintonia con le altre forze dell’ordine. Si tratta di un fenomeno che va a minare fortemente il mercato legale”.
La campagna punta, dunque, quantomeno ad aumentare questi numeri, agendo su due elementi: tutelare i cittadini da un lato, liberandoli dall’assillo dei venditori ambulanti, insistendo sulla pericolosità dei prodotti falsi e senza che scattino pene e sanzioni per chi acquista le merci; colpire l’intero meccanismo della contraffazione dall’altro.