Rimini. Aveva messo incinta la figlia di 13 anni e dopo aver tentato di farla abortire ingannando i medici, era scappato in Svezia, dove i poliziotti della squadra mobile della Questura di Rimini lhanno rintracciato il giugno scorso.
Luomo, 39 anni, sudamericano, ma residente nel Riminese con la famiglia, è stato estradato l11 agosto. A far partire le indagini, la segnalazione di un’assistente sociale del primo consultorio, nel riminese, dove l’uomo avrebbe accompagnato la figlia per l’interruzione di gravidanza.
Ci voleva anche il consenso della madre che non c’era perchè la donna era del tutto ignara della situazione. Il sudamericano ha tentato quindi di interpellare ad un secondo consultorio riminese ma riscontrando gli stessi problemi ha pensato di rivolgersi ad una clinica privata.
Il certificato poi laveva consegnato al consultorio di Riccione dove la bambina era stata nuovamente sottoposta a ecografia. Tale esame però aveva evidenziato che laborto non era avvenuto.
Messo alle strette e già controllato dalla polizia e della Procura della Repubblica, era tornato al consultorio stavolta con la moglie che aveva dato il consenso allaborto della figlia. Il 31 luglio 2012, la ragazzina, al secondo mese di gravidanza, abortisce e la Procura ordina il prelievo del Dna dal feto per stabilirne la paternità.
Contestualmente ordina a padre e fratellino maggiore, anchegli minorenne, della 13enne di sottoporsi a prelievo del Dna visto che una prima analisi aveva stabilito che tale paternità era da ricercarsi in stretti congiunti della ragazzina.
Allesame però si sottoporrà solo il fratellino, che viene escluso dal Dna, mentre il padre della ragazzina dopo aver svuotato un conto corrente postale, scappa allestero per sottrarsi alla polizia e alla moglie ignara dellintera vicenda.