Roma.“Non ci sono scambi” nel patto del Nazareno per leggi ad personam salva-Berlusconi. Lo assicura il premier Matteo Renzi, in unintervista a Repubblica.
“Berlusconi non ha chiesto una norma che gli permetta di candidarsi alle prossime elezioni e “non credo che lo farà. Del resto la Severino è una legge votata dal Pdl e sono certo che sia finito il tempo delle leggi ad personam. Anche perché i percorsi giudiziari sono andati. Basta proporre passaggi impropri tra le riforme e le utilità del leader di Forza Italia. Dopo le riforme, torneremo ad essere divisi. Anzi, facciamo le riforme proprio per evitare in futuro di essere costretti a governare insieme” sottolinea il premier.
Nel patto del Nazareno “c’è scritto quello che abbiamo messo negli atti parlamentari”, ribadisce Renzi. “Ma vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta in un cassetto? Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra”.
Sulla legge elettorale, “i numeri ci sono anche senza Berlusconi ma dopo anni di riforme l’uno contro l’altro, ora si è affermato il principio di farle insieme. Mi sembra un passo in avanti nella cultura politica italiana”.
Sulle riforme Renzi respinge le critiche. “Sono sempre pronto al dialogo”, dice ma basta con “il discussionismo”. E basta con i “gufi professori” o con i “gufi indovini”. “Il voto? Dopo le riforme duriamo 1000 giorni”. E continua: “La nostra non è una missione compiuta. C’è ancora una settimana di lavoro e quattro letture parlamentari. Si può fare sempre meglio, la controprova non esiste. Ma per me stiamo facendo bene. L’obiettivo di qualcuno non era fermare la riforma ma fermare noi. Non ce l’hanno fatta. E con il referendum, alla fine l’ultima parola sarà dei cittadini”. Referendum confermativo che, secondo Renzi, si potrebbe tenere “ragionevolmente fra il 2015 e il 2016”.
Sul fronte economico Renzi poi ribadisce: “E’ vero la ripresa è debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sarà un autunno caldo. La Troika non arriverà e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil”.