Roma. Sanità, pensioni, statali. Governo e Tesoro ragionano sulla spending review, la revisione di spesa con cui si punta a incassare 16-17 miliardi di euro nel 2015.
Senza affrontare uno dei capitoli elencati sarà difficile raggiungere gli obiettivi della spending review, ma c’è poco tempo, un paio di mesi prima che la legge di Stabilità sia presentata in Parlamento a metà ottobre.
Il commissario per la spending Cottarelli ha illustrato delle ipotesi, ora tocca al premier Renzi, al Governo e alla maggioranza che lo sostiene, fare le necessarie scelte politiche. Una delle ipotesi sulla quale, con molta prudenza, si sta lavorando e che sta già suscitando diffuso malumore nel Pd, è quella di prorogare per altri due anni il blocco delle retribuzioni del pubblico impiego.
Dal 2010, ormai, 3,3 milioni di lavoratori dello Stato si vedono negare da governi di vario colore il rinnovo contrattuale: una misura che è stata confermata dallultima legge di Stabilità fino alla fine del 2014. Per lindennità di vacanza contrattuale, invece, è previsto uno stop ai valori del 2012 fino al 2017.
La stretta sugli stipendi degli statali ha permesso di risparmiare, tra il 2010 e il 2014, qualcosa come 11,5 miliardi di euro. La questione la riassume in termini crudi una fonte di primo livello del ministero del Tesoro: se non sitoccano sanità, pensioni e statali, la spending review non riuscirà a centrare i suoi obiettivi. Meglio ancora, bisogna intervenire su almeno due su tre di questi capitoli.
Ecco, la revisione della spesa dalla quale il governo punta ad incassare 16-17 miliardi nel 2015 è un rebus che Palazzo Chigi deve sciogliere in tempi sempre più stretti. La legge di Stabilità, va presentata al Parlamento entro metà ottobre e dopo il tempo delle ipotesi indicate dal commissario Carlo Cottarelli, Matteo Renzi è chiamato ad operare le scelte politiche.