La Maddalena nelle mani dei privati: l’Asl pubblica il bando

di Nicola Rosselli

 Aversa. Avviso di manifestazione di interesse per la valorizzazione del complesso immobiliare denominato della Maddalena sito ad Aversa, in via Linguiti.

Quello che avevamo paventato nella primavera del 2012, quando affermammo che un atto simile era in qualche cassetto dell’Asl, si è verificato. In sordina, in piena estate, come si conviene a questo tipo di atti, il 31 luglio, parte l’operazione che porterà la Maddalena nelle mani dei privati.

Un patrimonio storico, artistico e culturale che rischia di finire nelle mani di privati dopo essere stato deprezzato dall’incuria dei rappresentanti della pubblica amministrazione che hanno portato, in questi decenni, il complesso (170mila metri quadrati totali di cui le strutture ne occupano 40mila metri quadrati) in uno stato di degrado senza pari.

Ad essere stati messi sul tappeto: il grande fabbricato, le sezioni Chiarugi, Puca, Verga e Virgilio, villa Motti, Sezione Bonomo, Monoblocchi A e B, lavanderia, officina ed ex sala mortuaria, guardianie e, soprattutto, la chiesa della Maddalena. Quest’ultima un vero gioiello lasciato, colpevolmente, nell’abbandono più totale da decenni.

“Le manifestazioni di interesse – si legge nel bando affisso all’albo dell’Asl – devono essere tese alla riqualificazione dell’area e dei manufatti esistenti con interventi compatibili con il quadro normativo vigente in materia di beni paesaggistici e storici”.

Altro passaggio importante: “Le manifestazioni di interesse potranno pervenire da soggetti privati e pubblici accompagnati da un piano economico finanziario dell’intervento preposto con evidenziate le risorse che saranno impegnate e la disponibilità delle stesse nell’arco temporale della programmazione dell’intervento”.

Surreale, poi, la conclusione: “Il presente avviso ha il solo ed esclusivo scopo di effettuare una mera attività esplorativa finalizzata ad acquisire eventuali manifestazioni di interesse ed elementi necessari alla verifica della fattibilità dell’investimento anche sotto il profilo economico delle proposte inoltrate”.

Insomma, la strada e tracciata e chissà che non sia già stato deciso chi e cosa farà in quella che è stata la Reale Casa de’ Matti nel Regno di Napoli, uno dei primi manicomi in Italia. “L’11 marzo del 1813 Gioacchino Murat, allora viceré di Napoli, fondò la Real Casa dei Matti dell’Annunziata di Aversa. La settimana scorsa sono trascorsi – ha affermato lo scorso anno Vittorio Savino – ben 200 anni da quell’evento. La città di Aversa non se ne è accorta. Nessuno ha sentito il bisogno di ricordare questa data, l’oblio è sceso sovrano su ben 200 anni di storia contemporanea, come se nulla fosse successo”.

Ora la ciliegina sulla torta nel silenzio più assoluto ad esclusione di un gruppo di architetti che si sono rivolti alla Soprintendenza per chiedere l’accertamento di interesse culturale e mettere in vincolo l’intero complesso verde compreso. L’appello agli aversani: mobilitazione per salvare un pezzo di storia non solo della città, ma della psichiatria mondiale.

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