Aversa. Lassociazione Pass-Seggio non ci sta dinanzi allennesimo episodio di criminalità che colpisce la movida di via Seggio e accusa istituzioni e forze dell’ordine.
Francesca, una 23enne di SantAntimo impiegata in uno dei locali del centro storico, la scorsa notte è stata scippata, trascinata al suolo e ricoverata in ospedale dove ha subito lasportazione della milza.
Francesca è una di noi, ci scrive Gaetano Marco Corvino ciò che le è accaduto è fuori dalla nostra concezione di diritto al lavoro e alla vita.Francesca, insieme con tutti quelli che come lei fanno tardi la sera per portar a casa il frutto del proprio lavoro, andrebbe tutelata: tutte le notti e tutti i giorni. Ancora una volta la mancanza delle forze di sicurezza cittadine e territoriali, che siano essi vigili urbani, polizia, carabinieri, concedono spazio ad episodi di criminalità e violenza contro cui da soli, noi commercianti, non possiamo confrontarci, nonostante gli sforzi e le ripetute denunce. La strada, questa terra, questo angolo di realtà, evidenziano come ancoroggile amministrazioni locali non siano al passo con le iniziative dei cittadini, di chi crede nel commercio e nella buona riuscita di una impresa. ci sono migliaia di persone in via Seggio ad ogni week end, la maggior parte delle quali ha solo a cuore una piacevole serata in compagnia.
A riprova di questo spirito e dell’impegno profuso da noi gestori per il mantenimento della quiete pubblica sottolinea Corvino ricordiamo che mai all’interno di un locale dell’associazione Pass-Seggio sono accaduti episodi di violenza incontrollata. Ma in strada, purtroppo, c’è di tutto: un agglomerato di corpi e necessità differenti, lasciati all’autogestione e all’autocontrollo dalle amministrazioni, dalla polizia, dai corpi di vigilanza, ingiustificatamente impiegati solo a sprazzi e in maniera irrisoria, concentrati al solo controllo delle episodiche violazioni amministrative dei gestori, fino ad una certa ora, mai oltre. la strada è di chiunque abbia più determinazione di altri: è dell’automobilista incauto, del motociclista che supera le transenne della ztl, del gruppo di ragazzi in auto con stereo iper-potenziato i cui tonfi fanno tremare le vetrine dei negozi e le finestre dei residenti, è dei ladri e dei malviventi parcheggiatori che commettono una estorsione ad ogni parcheggio, ad ogni angolo di piazza Marconi, ma la strada è anche dei bravi ragazzi, come Francesca, che tornano a casa dopo una sera di lavoro con la paura di non riuscire a raggiungere in tempo l’auto, di mettersi al sicuro.
Lesponente dellassociazione intende denunciare la polizia che non vigila come dovrebbe, i vigili che sono assenti ad ogni episodio di violenza, i carabinieri che non rispondono alle nostre chiamate d’emergenza, il sindaco che continua a concedere licenze d’apertura in via Seggio senza immaginare ancora un chiaro piano di manutenzione e regolamentazione del commercio serale nel centro storico, gli amministratori provinciali che ignorano l’importanza commerciale di Aversa e del suo centro, concentrati a speculare negli affari territoriali riguardanti i centri commerciali, zone industriali e gli edifici storici da vendere a privati imprenditori. Tutti colpevoli per il male causato a Francesca. Non è l’alcool, non è la Movida (che non amiamo sia definita con questo assurdo termine iberico che non ci appartiene affatto), non è la musica, non è l’intrattenimento, non è la folla, non è la notte; sono soli i sopracitati detentori del potere amministrativo e di sicurezza territoriale che ignorano ancoroggi l’importanza di una presenza militare che garantisca la sicurezza dei cittadini in ogni luogo dove si prevedono numerosi flussi di persone, come accade per gli eventi sportivi e/o religiosi. Il sangue, l’immondizia tra le strade, il dissesto dell’arredo urbano, il traffico, la droga, il rumore e l’insofferenza di tanti, sono gli indizi che questi soggetti delegati al controllo dell’ordine pubblico e della gestione della cosa pubblica hanno tutti fallito!.
Noi, da par nostro, conclude Corvino continuiamo a credere solo in noi stessi e nella forza delle nostre imprese, per continuare ad offrire socialità e svago ai nostri clienti e, con il loro sostegno, poter offrire a Francesca e a tanti giovani come lei un lavoro remunerativo e dignitoso in questa terra abbandonata da Dio e dagli uomini.