Maddalena, Griffo chiama in causa Caldoro

di Redazione

 Aversa. “L’avviso pubblicato dal direttore generale dell’Asl, Menduni, con il quale si intendeva acquisire manifestazioni di interesse, pubblico o privato, per la valorizzazione del complesso dell’ex Maddalena …

…rappresenta un fatto ormai superato e limitato nei suoi possibili effetti da una legge del 1995, che impone il riutilizzo di strutture sanitarie per le stesse finalità per le quali sono state realizzate, dalle norme di regolamentazione urbanistica vigenti nella città di Aversa, e, infine, anche in considerazione delle dichiarazioni dello stesso Menduni che hanno chiarito che si è trattato di una semplice provocazione”.

Esordisce così il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, che torna ad occuparsi dell’area che in passato ha ospitato uno dei più importanti manicomi civili d’Italia e che rappresenta un pezzo di storia della psichiatria non solo regionale e nazionale, ma addirittura mondiale.

“Il complesso immobiliare dell’ex Maddalena rappresenta un immenso patrimonio del nostro territorio – continua Griffo – e, come ho già detto in più occasioni, nessuno può permettersi di disperderlo o di dissolverlo, men che mai chi non ha alcun legame con il nostro territorio. Il risveglio dell’attenzione sulla Maddalena ha evidenziato, a mio avviso, un dato importante e cioè quanto sia indispensabile ed improcrastinabile che le Istituzioni territoriali si riuniscano intorno ad un tavolo ed incomincino ragionare sulle possibili soluzioni alla problematica, che non possono prescindere dall’assunto che il bene deve restare nella disponibilità e fruibilità pubblica. Alla luce di tutto ciò, ritengo che un ruolo chiave, nella questione, rivesta il presidente Caldoro, considerata la competenza della Regione Campania in materia”.

“Ciò premesso – aggiunge Griffo – credo che per venire a capo della questione e giungere ad una riqualificazione, recupero e valorizzazione dell’intera area siano necessari due elementi: 1) l’individuazione di una soluzione condivisa, affinché tutti si adoperino, per quanto nelle proprie possibilità e competenze, per raggiungere l’obbiettivo, anche in vista di eventuali modifiche legislative o di norme urbanistiche; 2) il reperimento di fondi necessari al recupero della vasta area che si sviluppa su una superficie di oltre 170mila metri quadrati, su cui insistono strutture per 40mila metri quadrati. E questo, secondo me, è l’aspetto più ostico e complesso del problema”.

“Ad ogni modo, posso assicurare – conclude Griffo – che Trentola Ducenta, su questa problematica, come già per altre, si schiererà e si batterà a difesa e salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze storico, culturali e monumentali”.

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