Casal di Principe. Dopo un calvario durato dodici anni, fra il carcere e gliarresti domiciliari, con addosso la pesante accusa di omicidio, oggi Alberto Ogaristi, muratore di Casal di Principe, è stato assolto in via definitiva, dalla Corte dAppello del tribunale di Firenze, per non aver commesso il fatto.
Fino a ieri era stato costretto a firmaredue volte a settimana il registro dei sorvegliati speciali alla stazione dei carabinieri della sua cittadina.
Il verdetto è arrivato dopo la testimonianza in aula dellunica persona che in questi anni era stato ritenuto testimone del delitto. E questultimo, davanti ai giudici, ha ammesso di non riconoscere luomo. Ma a scagionare Ogaristi dallaccusa di omicidio erano stati nel 2007 i pentiti di camorra Massimo Iovine e Luigi Guida, quest’ultimo che sarebbe lautore materiale del delitto.
LA VICENDA. Catturato il 6 luglio 2007, Ogaristi,40 anni, era stato condannato con sentenza definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Antonio Amato, esponente di un clan camorristico del casertano, e di tentato omicidio ai danni del cognato della vittima, Telat Qoqu, avvenuti il 18 febbraio 2002 a Villa Literno, in provincia di Caserta.
Nel gennaio 2012 i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, a conclusione di nuove indagini coordinate dalla Dda di Napoli, accertarono l’estraneità di Ogaristi arrestando i tre presunti responsabili del delitto. Secondo gli inquirenti, Amato e Qoqu rimasero vittime di un agguato nell’ambito della lotta tra le due fazioni del clan dei Casalesi, operanti tra Villa Literno e Castelvolturno, quelle del gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti, detto ‘Cicciotto e mezzanotte’, e dei Cantiello-Tavoletta.
Ad uccidere Amato, legato alla fazione dei ‘Cantiello-Tavoletta’, ed a ferire il cognato, secondo gli sviluppi delle nuove indagini, non fu quindi Ogaristi, accusato anche sulla base delle indicazioni fornite agli investigatori da Telat (che riconobbe Ogaristi come uno dei suoi sicari), ma Luigi Guida, detto ‘o Drink’, boss originario del rione Sanità di Napoli, nominato da Bidognetti come reggente della cosca per un lungo periodo.